San Martino Spino (MO), 23-24-25 maggio
Una tempesta di fulmini illumina la strada che ci porta a San Martino Spino, in provincia di Modena, per la prima serata del Musica Nelle Valli, festival di musica indipendente organizzato dal nostro amico Tizio, conosciuto ai più come Bob Corn. Attraversiamo il viale alberato per approdare nei pressi del suo Barcsòn Vècc, immerso nella natura. E’ venerdì 23 maggio e da una pioggia momentanea troviamo riparo nel tendone in cui, dalle 22 in poi, iniziano a suonare i Bungalow 62 di Paolo Forlì (voce e chitarra) e Michele Massoni (batteria) accompagnati da Andrea Carella e Jenny Burnazzi dei Rigolò. Il loro ultimo Ep è “Pollen”, registrato nel 2011 da Mattia Coletti con mastering a cura di Riccardo Gamodi (Uoki Toki). Sonorità avvolgenti e delicate caratterizzano il gruppo marchigiano, atmosfera che si rompe e cambia direzione all’ingresso di Dagger Moth (Sara Ardizzoni), un’accattivante one-woman-band, chitarrista eccezionale che, con l’aiuto della sua voce, di pedali e loop station, ci ipnotizza destreggiandosi tra noise e post-rock con una massiccia dose di oscurità. Il suo disco omonimo, uscito nell’aprile 2013 con Psicolabel, vede la collaborazione di Giorgio Canali, di Joe Lally e di Luca Bottigliero. Ritorna la calma ma l’ipnosi continua mentre ascoltiamo Lori Goldstone, violoncellista di Seattle che si esibisce in sessione acustica, scivolando dall’improvvisazione a spunti derivati dalla musica classica. Ci sembra davvero di assistere ad un’esecuzione unica che rompe con la tradizione spingendosi in sperimentazioni fatte di colpi, pause, graffi e carezze. La Black Cat Orchestra, David Byrne, Nirvana, Matana Roberts, Cat Power sono solo alcuni dei suoi collaboratori. Poi è il turno di Makhno (Paolo Cantù), altro musicista fuori dai canoni che, con la sua chitarra elettrica e i suoi loop, ci devasta con un mix fatto di rock, industrial, noise e canti anarchici. Le sue prime esperienze sono nella band Tasaday, dopo la quale è membro fondatore degli Afterhours, con cui suona fino al 1990, dei Six Minute War Madness e A Short Apnea. Il suo disco “Silo Thinking” è uscito grazie al supporto di quattro etichette: Wallace Records, Hysm?, Brigadisco e Neon Paralleli. L’ultima esibizione odierna è quella di (r) ovvero il progetto solista di Fabrizio Modonese Palumbo che vanta collaborazioni con Xiu Xiu e Little Annie ed è membro dei Blind Cave Salamander (con Paul Beauchamp e la violoncellista Julia Kent), Almagest! e Larsen. La sua esibizione va dal folk all’indefinibile. Curiosità: la sua erre moscia si chiude in due parentesi.
Musica nelle Valli – Primo Giorno
Bungalow 62 (00’00”); Dagger Moth (14’20”); Lori Goldstone (31’45”); Makhno (45’10”); (r) (60’00”)
Il secondo giorno è baciato dal sole. E’ il 24 maggio, ci perdiamo Sukkia e RYF ma arriviamo in tempo per ascoltare gli Holiday Inn, con il loro approccio punk sperimentale supportato da basi elettroniche. Sembrano degli alieni e ci piacciono, mi ricordano un po’ Death Grips ma privato di quell’impronta hip hop. Il loro Ep omonimo è uscito per la My Own Private Records nel 2013. Per evitare di perdere preziosi minuti nel cambio palco gli artisti si alternano fra spazio esterno e tendone, perciò andiamo al coperto e troviamo Setti (Nicola Setti), cantautore modenese fantasioso e autoironico. Il suo disco “Ahilui” per la Barberia Records è stato realizzato con i Wolther goes stranger, con l’aiuto di Luca Mazzieri e Johnathan Clancy dei Classic Education. Ci colpisce il pop “sghembo” dei suoi brani che rivelano una notevole ricerca nell’espressione testuale che diverte con intelligenza.
I suoni diventano paesaggi immaginari: così ci avventuriamo nei viaggi lisergici che ci propone Stefano de Ponti, musicista e filmmaker da 14 anni. Ha collaborato con Le Gros Ballon e con svariati progetti teatrali dopo essersi laureato in Multimedialità Applicata all’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. “Like lamps on by day” è un disco “dedicato alla vita”, racchiude 25 minuti di brani registrati tra il 2011 e il 2013 e vede il supporto di Old Bycicle e Under My Bed. La sua performance conturbante utilizza strumentazioni analogiche per esprimere al meglio la sua ricerca in ambito rumoristico.
Torniamo al coperto per ritrovare i C+C=Maxigross (già incontrati qui e qui). Esplosivi ed energici vengono accompagnati di Phill Raynolds che si esibirà più tardi in solitaria. Ispirati dai Grateful Dead, Neil Young & the Crazy Horse e dall’aria che si respira in cima alle montagne della loro Lessinia compongono “Ruvain” (Vaggimal Records), un disco autoprodotto che non lascia dubbi sulla loro bravura e che li ha portati in giro per un tour mondiale. Negli ultimi tempi hanno affiancato Martin Hagfors degli Home Groan per un progetto comune. Il loro concerto è stato fra i più coinvolgenti e frizzanti del festival.
Un altro ottimo gruppo con cui veniamo in contatto è quello dei Maybe Happy. Dopo “Until 7:00” è uscito “Beat Even” (Fooltribe, Upupa Prod.) in sole 50 copie ma anche in free download. Influenze dal post-rock all’indie rock anni 2000 con un pizzico di elettronica che non guasta. Tra le migliori scoperte emiliane.
Dal sud invece arriva Mr Milk, ovvero Pasquale Paraggio, che abbiamo incontrato qui, qui e qui. Reduce dal “Uomo in mare tour” che lo ha portato a suonare lungo le coste italiane a bordo di una barca, ha affiancato lo scrittore Gianluca Liguori nel reading La tragedia di San Valentino. Il suo disco omonimo per Casa Molloy vede in copertina uno dei suoi disegni. La delicatezza di questo cantautore ci sorprende ogni volta, la sua voce sembra sull’orlo di spezzarsi dall’emozione, i suoi testi malinconici parlano di amori e di fantasmi. Per quanto riguarda l’aspetto compositivo Milk sembra ispirarsi a personaggi come Will Oldham e Nick Drake, ma tendendo l’orecchio scorgiamo anche echi di jazz in questo folk minimale, sussurrato e carezzevole che non può lasciare l’ascoltatore indifferente.
Seguono i For Food da Ferrara, un gruppo dalle sonorità che vanno dai Sonic Youth ai Velvet Underground, dal Punk alla No Wave. Siamo in attesa del disco “Don’t believe in time” per Fooltribe in anteprima su soundcloud.
Ho incontrato Be My Delay qualche anno fa, a Napoli, precisamente al Perditempo di Piazza Dante che adesso non esiste più. Fu un momento davvero mistico, psichedelico, in cui la voce di Marcella Riccardi mi ipnotizzò come un mantra. Ma Marcella è andata avanti, ex chitarrista dei Massimo Volume ora si dedica al suo progetto che si è evoluto verso le sonorità del British folk, con arpeggi delicati e una voce toccante, facendo confluire queste nuove esplorazioni in “Hazy Lights” (Macinadischi records), un bellissimo Lp nato dalla sua collaborazione con Maurizio Abate. Ed è con lui che si esibisce al Musica nelle Valli, lasciandoci senza fiato.
Ora tocca ai Tempelhof dei mantovani Luciano Ermondi e Paolo Mazzacani, un duo di musica elettronica nato nel 2007. Dopo il loro album di debutto “We were not there for the beginning, we won’t be there for the end” (Distraction Records, 2009) arrivano gli Ep “Tu K” e “City Airport”. Poi escono il secondo full lenght, “Frozen Dancers” con Hell Yeah e successivamente “Hoshi” con la stessa etichetta, con l’aiuto di Gigi Masin. Il duo è elegante, minimale, meditativo, si esprime seguendo le tracce di un ambient che rievoca Vangelis con i suoi tocchi leggeri di piano, ma inserendo anche passaggi vicini al dubstep.
E’ il turno di Phill Raynolds, da una Vicenza d’America, instancabile one man band che ci travolge come un fiume in piena! “Lovers, covers and a phone” è il suo ultimo lavoro, autoprodotto, registrato con un cellulare, un album di ricordi ma anche il racconto di un percorso segnato dal folk e che attraversa “le canzoni del cuore”, quelle che avremmo voluto scrivere e che quindi omaggiamo. Attorno a lui, in semi-cerchio, si riuniscono i numerosi avventori del festival e ci sentiamo accolti in un abbraccio collettivo difficile da dimenticare.
A concludere la serata c’è MAI MAI MAI (Toni Cutrone). Dopo Theta (Boring Machines 2012) esce Delta e così continua il suo viaggio che – attraverso nastri, synth e sequencer – ci conduce nell’atmosfera densa e sabbiosa del deserto, la stessa evocata durante la sua performance live, in cui il suo volto è coperto e solo una piccola candela illumina la sua postazione inquietante. Così si conclude il sabato del Musica nelle Valli, torniamo a Reggio Emilia, dove pernottiamo in attesa del giorno conclusivo: domenica 25 maggio.
Musica nelle Valli – Secondo Giorno
Holiday Inn (00’00”); Setti (04’00”); Stefano de Ponti (20’00”); C+C=Maxigross (37’00”); Maybe Happy (62’00”); Mr Milk (69’47”); For Food (83’55”); Be My Delay (101’34”); Tempelhof (116’44”); Phill Raynolds (135’45”); MAI MAI MAI (152’23”)
Un contrattempo ci impedisce di arrivare in orario per ascoltare Les Spritz (qui il video di Michele Maglio) e Le Ton Mitié. Fortunatamente becchiamo l’esibizione dei Jealousy Mountain, duo tedesco math-rock che mi riportano alla mente quelle band d’avanguardia che negli anni ’90 scrivevano le prime pagine del post-rock, oppure mescolavano ritmi jazzati anni ’60 al noise come i Don Caballero. Eppure Berger e Schneider ci sorprendono, perché sono due maestri che si sfidano a colpi di batteria e chitarra, senza esitazioni. “The Home of easy credit” è il loro secondo album (uscito nel 2012 per Bluenoise, Alive e Subsuburban) e in esso provano a scardinare gli appigli, i punti di riferimento, destrutturando melodie del passato per proiettarsi verso un futuro più complesso e ingegnoso.
Al coperto si esibisce in acustico Naoto Kawate, personaggio singolare in evidente stato di emozione. Esegue i suoi brani con un flauto dolce, un brano con l’ukulele e alcuni usando semplicemente la sua voce. Assistiamo sorpresi e anche un po’ divertiti ad una performance così strana e fuori dai canoni.
Arriva il turno dei Three Lakes & the flatland eagles, esibizione all’aperto di Luca Righi con Lorenzo Cattalani, Raffaele Marchetti, Marco Chiussi e, al basso, Paolo Polacchini dei Three in one gentleman’s suit a sostituire Andrea Sologni dei Gazebo Penguins. Della band Margherita ce ne ha parlato qui, quando il tour di “War Tales” (Upupa 2013) li ha portati in trio al Godot di Avellino. Il concerto a San Martino Spino è stato coinvolgente e ha alternato brani della band con canti gospel. La presenza del violoncello di Emanuele Reverberi addolcisce ulteriormente le sonorità di un folk che ci riporta ai Wilco o a quando a parlare di guerra era Bob Dylan.
Ora tocca ai Lettera 22 e ai loro bordoni trasportarci in una dimensione parallela, fatta di suggestioni e di mistero. Il duo utilizza strumentazione elettronica analogica.
Avrete di certo beccato lo spot televisivo sui fondi destinati alla cultura… il brano che lo accompagna è “Satisfied girl” dei Comaneci. Sono felice di rivederli dopo l’intervista ad Avellino, durante una delle tappe del tour di UH! (Madcap Collective, Fooltribe 2013). Le luci si affievoliscono, la nostalgia di fine festival incontra la magia espressa dal duo che si esibisce in brani come “Grasshopper”, “Green Lizard”, “Democracy” il cui testo breve e diretto è una poesia di Harold Pinter e anche pezzi tratti dal precedente album, “You a lie”, come “Path”. Poi Bob Corn sale sul palco e insieme con loro canta una canzone di Larry Yes dedicata all’amicizia, ingrediente speciale alla base di questo festival. Per finire, prima di lasciare spazio al Dj set di Peedoo, Francesca e Glauco scendono dal palco e in mezzo alla gente, camminando camminando fino alle cucine, ci passano accanto, cantando “flesh”, sussurrandola anche all’orecchio della mamma di Tizio che reagisce dando loro un bacio (ecco il video). Tra gli applausi, un po’ commossi, finisce il Musica Nelle Valli 2014… ci lasciamo alle spalle una bellissima esperienza, con la promessa di ripeterla l’anno venturo.
Musica nelle Valli – Terzo Giorno
Jalousy Mountain (00’00”); Naoto Kawate (12’19”); Three Lakes & the flatland eagles (14’52”); Lettera 22 (31’50”); Comaneci (44’32”)
reportage di C. D’Aliasi
foto, audio e video di Al. Farese
Galleria – Parte I
Galleria – Parte II
Quest’opera di Radio Cometa Rossa è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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