Si autodefinisce “cantante anti-folk pessimo, ma appassionato”. Superfreak si è esibito ieri sera, 8 novembre, al Rifrullo di Eboli, solo voce e chitarra, senza portare con sé neanche uno dei suoi dischi: tanto si scaricano gratuitamente qui. Il sito è quello di un’etichetta indipendente di pazzi lebbrosi: la Lepers productions.
Superfreak lo conosciamo bene perché suona negli Amin da dà, ex Bokassà, band in cui dà sfogo al suo lato afro-punk in compagnia di Stefano e Jacopo (si, gli stessi dei progetti Solquest e Hysm? duo). In veste di Superfreak, invece, Giuseppe adotta uno stile folk con venature blues ed animo punk per canzoni un po’ malinconiche, a tratti isteriche, un po’ autoironiche e surreali, ma più serie di quanto vogliano sembrare. Tutto dannatamente e “distrattamente” low-fi. A fine concerto, una sessione incentrata soprattutto sul disco “Top evidences against Evolution”, qualcuno gli dice “ma ti piace Daniel Johnston?” e in alcuni brani come “G sus”, quando dice “Jesus won’t save me from the Devil, I know”, ammetto che c’ho pensato anche io. Ma mi è venuto in mente anche Johnathan Richman con i suoi Modern Lovers. Comunque è inutile paragonarlo a qualcuno: è semplicemente strano, anzi superstrano!
Superfreak – Intervista
Superfreak LIVE
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