Diventare prigionieri della propria casa perché “essere rifugiati significa non essere” come dice Mohammed, padre di famiglia, un uomo che non crede nella violenza ma che, allo stesso tempo, vuole lottare per non lasciare la sua abitazione. Quando l’esercito israeliano si impossessa della casa, divisi in due piani, la famiglia e i soldati diventano coinquilini, in una claustrofobia fatta di paure, scontri a fuoco e generazionali, amore familiare e odio fra popoli che si incontrano e si scontrano al chiuso, fra le mura domestiche, dando l’effetto di una pentola a pressione pronta ad esplodere. Questo è “Private“.
httpa://youtu.be/uYfMpIGBj-Q
Rubrica a cura di Andrea Zoo Vitreo
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