I Dinosauri e Astolfo sulla luna

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Lo scorso sabato 14 marzo al Ynot abbiamo assistito ad un doppio concerto che ci ha lasciati senza fiato: I Dinosauri e, in apertura, gli Astolfo sulla Luna, entrambi gruppi già precedentemente ospitati dal locale che dà sul corso di Avellino. E se becchiamo live del genere è anche grazie a Simone “Acidiviola” e ai suoi “concertini di musica brutta”.

I DinosauriDopo un periodo di pausa tornano a suonare insieme I Dinosauri (da non confondere con Dinosauri), il power-duo strumentale formato da Alessandro Canu (batteria) e Giorgio De Fraia (chitarra). Giorgio ne viene da un periodo di lavoro nei Gazebo Penguins. Li credevamo estinti ma ci illudevamo, per fortuna. Tra punk e noise rock anni ’90 ci devastano con ritmi serratissimi e improvvise frenate. Il loro Ep senza nome risale al 2012, consta di sette brani brevissimi (ma intensi) registrati e mixati da Andrea Sologni (dei Gazebo) negli studi Igloo audio factory. Si stanno rimettendo in sesto, come fa un pugile che si allena per tornare a gareggiare sul ring, eppure non sbagliano un colpo. In brani come LABRUTTAVITA esce fuori tutta la loro immediatezza. Il 27 marzo suoneranno a Parma e poi altre date al nord (Modena e Reggio), noi aspettiamo di essere sbranati dal nuovo disco, prossimamente in lavorazione.

 

AstolfoAstolfo Sulla Luna è un trio campano che seguiamo dai “Moti Browniani”. “Cancroregina” (Miacamerettarecords, 2012) non ha fatto altro che confermare le buone premesse. In bilico tra il noise rock e lo slow core, con testi parlati e spesso urlati, pezzi di letteratura “rubati” e rielaborati, sono un concentrato di emozioni intense, di continue esplosioni, mai scontate in nessun passaggio. Ascoltare dal vivo pezzi come “Non cadranno foglie stasera” è una cosa che auguro a tutti gli amanti del genere. Lia, Francesca e Gianluca tornano, anche loro, dopo un periodo di silenzio e anche loro a breve si appresteranno a registrare un vero e proprio album, dopo i due ep. “Astolfo” ci fa perdere il senno, oppure lo sta cercando per riportarcelo dalla luna, sotto forma di rumore.

C. D’Aliasi



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