Valerio Cosi quando suona indossa gli occhiali da sole, anche se è buio. Sarei curiosa di sapere se lo fa per schermarsi dagli sguardi lanciati dal pubblico o per mascherare le sue emozioni… ma non glielo chiedo. La discussione vira sui gruppi che gli piacciono e poi diventa intervista per raccontare il suo ultimo disco (Valerio Cosi Plays Popol Vuh per la sua stessa etichetta Dream Sheep) e i suoi prossimi progetti.
L’occasione che ci ha permesso di incontrarlo è il primo appuntamento con la rassegna musicale ospitata da Be Food, Oltre Il Giardino, titolo preso in prestito dallo splendido film di Hal Ashby che nel ’79 ha rappresentato una delle ultime apparizioni memorabili di Peter Sellers.
Il giardino della Casina Del Principe, si sa, è una location particolarmente suggestiva, ma a completare il quadro c’è un profumo intenso di gelsomini, degli ombrelli neri spalancati sugli alberi e qualche lucciola ad accendere la magia.
Valerio ci sorprende: ogni brano è diverso, passa dall’ambient al noise, tutto tradotto in suoni campionati a cui si aggiunge il suo inseparabile sassofono. La sua formazione parte dal jazz ma va molto oltre, lasciando il suo background al passato, come se si trattasse di un altro Valerio. Quello di oggi sperimenta, curioso nei confronti di ogni tipo di suono. Improvvisa poco, ma gli piace anche fare delle modifiche all’ultimo minuto, prima di esibirsi. Il risultato non è semplice da spiegare, è come entrare in delle stanze, ognuna di un colore diverso e trovarci voci registrate, tuoni fragorosi, suoni freddi, orientalismi, misticismo…
Una particolare attenzione, appunto, alla spiritualità si percepisce già dal titolo del suo ultimo lavoro: Popol Vuh, oltre ad essere un gruppo tedesco degli anni ’70, è il “libro della comunità”, antico testo della tradizione dei Quiché (di etnia Maya), un testo che raccoglie leggende relative alla creazione del mondo.
Ho chiesto ad Evan Piccirillo, autore della copertina del disco di Valerio, di parlarmi del suo lavoro. Dice: “La realizzazione dell’artwork per Plays Popol Vuh è avvenuta naturalmente, pochi sforzi e pochi tentativi per due motivi principali: conosco Valerio da molto tempo e crescendo in ambienti simili possediamo un bagaglio culturale simile. In poche parole c’è affinità e quand’è così la collaborazione nasce e matura spontaneamente. Non ho avuto problemi quindi nel riadattare una delle mie tematiche più frequenti alla musica di Valerio: le Relazioni. Gli esseri umani sono (come tutti gli organismi), flussi energetici, che reagiscono in determinati modi agli stimoli che si generano dalle interazioni con altri flussi. Ogni incontro che fai influenza il tuo sistema ma gli incontri più importanti di solito, sono quelli con una struttura magnetica simile alla tua, come se ti fossi posto davanti ad uno specchio per autosservarti e capire così su quali elementi lavorare per trasformarti. L’arte simula molto le interazioni tra organismi, ogni opera è uno specchio dalle diverse caratteristiche ed ogni tanto capitano contatti con opere che ti riflettono così limpidamente da costringerti a guardare un “te” che non puoi vedere altrimenti perché manca l’autosservazione. Questo tipo di relazione solitamente genera una tempesta emotiva. Il lavoro di Valerio Cosi dimostra bene la dinamica di queste relazioni specchio, diverse volte infatti il magnetismo delle sue note mi ha trascinato verso l’autoesplorazione. Così ho deciso di rappresentare figurativamente quest’aspetto con le due figure luminescenti (la cui pelle potrebbe richiamare la superficie di uno specchio), che si guardano estasiate. La realizzazione è interamente digitale, le figure sono state letteralmente dipinte su Photoshop tramite l’utilizzo della Tavoletta Grafica mentre per lo sfondo è stata rielaborata una fotografia (balcone con veduta romantica per enfatizzare il concetto di Relazione intima)”.
Valerio Cosi LIVE
tracklist: 1) Aguirre (In B Major: Stars Aligning) 2) Untitled 3) Hosianna Mantra/Affenstunde (Industrial Mix) 4) Vajont Naturelle
Valerio Cosi – Intervista
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