21 giugno – Eccoci al secondo giorno del Mas Fest che coincide con la festa della musica, celebrata in tutta Europa. E da ieri, a Parco Santo Spirito o Parco Manganelli, si respira un’aria internazionale: Avellino si tramuta per magia in una città ideale, un angolo di civiltà, divertimento e condivisione. Sarà che è il 4014 e abbiamo attraversato un lungo viaggio interstellare!
Oltre alla musica di qualità e alla bellezza indiscussa del parco, il Mas Fest ci ha donato l’occasione di incontrare nuovi amici, di girare per gli stand (come quello di Libera contro le mafie), di vivere in profondità due giorni di emozioni intense. Tanti sono stati i ragazzi che hanno collaborato con Koiné Art Lab, dando una mano al bar o alla cassa, alcuni dei quali appartengono ad associazioni di Avellino (come Flussi ed Elementi) che si sentono coinvolte e che vogliono attivarsi per migliorare la propria città, in modo sentito e spontaneo.
Il nostro salottino sul ponte continua ad accogliere sia gli ospiti del festival sia gli avventori che, per conservare un ricordo della serata, vogliono farsi immortalare da noi (qui la gallery).
I primi ad essere intervistati sono gli Eterea Post Bong Band. La nostra chiacchierata avviene in modo davvero divertente fra doppi sensi e battute. Il loro live è capace di mescolare in un ibrido indefinibile prog, math rock, elettronica e altre cose impossibili da etichettare. Una caratteristica che ci incuriosisce molto è il legame che hanno stabilito fra musica e matematica, e quello che sulla copertina di “Bios”, il loro ultimo disco per Trovarobato, sembra soltanto un cavolo romano in realtà è un’allusione alla sezione aurea che sembra essere alla base dell’universo e di ciò che contiene… ma meglio non svelare troppo: le risposte ai nostri interrogativi si trovano nel disco.
Eterea Post Bong Band LIVE
Dopo di loro approdano sul nostro divanetto i Gentlemen’s Agreement. Il loro ultimo disco “Apocalypse Town” è un concept che prende in prestito il titolo dal libro di Alessandro Coppola. E’ nato a contatto con il Lanificio 25 ed è stato realizzato barattando lavoro manuale in cambio di ore in sala registrazione. Stasera dal palco Raffaele Giglio esordisce con un invito al pubblico: “occupate le campagne!” contro la divinità-fabbrica che “demolisce i sogni”. Il ciclo della vita così come la viviamo in questa società post-industriale, in cui è l’economia globale a comandare, ci porta a lavorare, produrre, consumare continuamente, finché campiamo, senza la possibilità di goderci un po’ di sole o un sorriso. Ricorrono suoni tipici delle fabbriche, i ritmi diventano frenetici (e irresistibilmente ballabili) convergendo in una bossa nova (Dire… direttore) o in sonorità rithm ‘n blues (Mordi! Prendi! Vivi!). La musica dei Gentlemen’s Agreement è distribuita con License Creative Commons e l’etichetta che li supporta, La Subcava Sonora, è la prima in Italia ad aver rinunciato alla SIAE.
Gentlemen’s Agreement LIVE
I primi ad esibirsi sul palco del Mas Fest ci raggiungono sul ponticello per la nostra terza video intervista: i Flowers or Razorwire (FOR), due ragazzi pugliesi innamorati degli anni ’80 che elaborano il loro stile prendendo spunto dalla “french touch”, passando dal chill wave al funk, a ritmi tropicali, con una buona base di electro, fra il dream pop e il synth pop… ma non voglio incartarmi in etichette che lasciano il tempo che trovano. Vari i punti di contatto con La Casa Del Mirto, con cui hanno collaborato. Inizialmente nato come il progetto solista di Tom nel 2010, i FOR inglobano anche Gianni dall’anno successivo e attualmente si accompagna ad alcuni musicisti in occasione dei live. Il loro percorso ha prodotto un Ep (Midori) e diversi singoli (Lemme Burn, Malibu Dream) e prossimamente è in uscita l’album d’esordio “Champagne Riviera” che viene già suonato per intero dal vivo.
Flower or Razorwire LIVE
Ultimi a sedersi sul nostro divano ma primi nei nostri cuori sono i GB Husband & the Ungrateful Sons che, grazie al loro disco d’esordio “Full of love” (Ill Sun Records), ci hanno donato un punto d’orgoglio tutto concittadino. Il progetto trova origine nelle diverse esperienze musicali di GB Husband, ovvero Angelo Di Falco (cantante, chitarrista e componente dei Tom Bosley), e parte dei Funny Dunny. Sebbene il loro background sia rumoroso il risultato del loro incontro è molto soft e intimista, prendendo spunto dal folk (di mostri sacri quali Neil Young e John Martyn) ma anche da atmosfere tropicaliste. Angelo ci racconta di quanto siano “semplici” le loro canzoni, ninna nanne che cantava ai suoi bambini tramutate in ballate, ed è forse quello l’ingrediente segreto: la naturalezza con cui si è capaci di comunicare un amore forte ma sussurrato, senza la necessità di alzare il volume per lasciar intendere la sua intensità. E questo amore arriva fino all’ascoltatore che si lascia coccolare da brani come ” Weeping” o come “Magic Inside” (che vede la partecipazione del nostro Alessandro Farese al sax). Il rock’n’roll resta la grande passione di Marcello Spinelli (chitarra e voce), Remigio Vildacci (batteria, oragano e voce), Giulio Laudadio (basso e voce), Giuseppe Perrotta (organo, piano e voce), Francesco Abate (chitarra) e Felice Caputo (percussioni e voce)… ma la necessità di lasciarsi andare a ritmi più rilassati è stato il trait d’union che ha reso possibile l’inizio di questo viaggio insieme. Una nota positiva va anche a Gaia Guarino che ha curato l’artwork del disco: una ragazza che scende dal letto, magari si è appena svegliata per iniziare a sognare ad occhi aperti.
GB Husband and the Ungrateful Sons LIVE
Reportage e interviste Claudia D’Aliasi
Foto, video e audio: Alessandro Farese
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