Eccoci al secondo appuntamento di Villani: braccia rubate all’altra cultura, la rassegna letteraria organizzato da Hub – Network delle culture contemporanee e dal Presidio del libro di Avellino, in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Avellino. Lo scorso 22 giugno alle ore 19.00 a Villa Amendola, accompagnato dalla presentazione di Renata Salvo, caporedattrice di Scene Contemporanee, abbiamo incontrato Daniele Timpano, attore, regista e drammaturgo che ha deciso di raccogliere nel suo libro “Storia cadaverica d’Italia” (Titivillius, a cura di Graziano Graziani) tre dei suoi spettacoli: Dux in scatola, Risorgimento pop e Aldo Morto. E sono, appunto, tre cadaveri (Mazzini, Mussolini e Moro) i protagonisti di queste incursioni nella storia del nostro paese, tre racconti in prima persona di risorgimento, fascismo e repubblica.
Com’è possibile colmare la distanza tra noi e queste tre fasi, arrivate fin qui solo tramite i libri di storia o le fiction televisive, con tutte le loro incongruenze, la retorica, la speculazione? Daniele Timpano, armato di ironia ma anche di crudezza, si occupa di un’operazione difficile – “fallimentare” dice lui – che prevede il tentativo di una ricerca storica in un teatro di anti-narrazione. Non esiste una visione unica, ma vari punti di vista, uno dei quali è quello dell’attore che a tratti combacia con il personaggio interpretato e a tratti se ne distacca, proprio per confermare l’impossibilità di una narrazione e, forse, di una memoria. Lo stile è provocatorio, divertente, inedito, ma lascia spazio anche alla violenza, al dolore, alla riflessione. Dietro tutto questo si cela un disagio identitario nazionale che Timpano non smette di indagare. L’Italia è un cadavere, è il lascito di chi non c’è più e di un passato sempre più annebbiato e confuso… se la resurrezione è un lusso di pochi, l’unica speranza è trasformarsi in “zombie”, come afferma Timpano per presentare il suo spettacolo, realizzato con Elvira Frosini, Zombitudine: “Lo Zombi è il vecchio che non muore e il nuovo che non c’è. Lo Zombi è l’impossibilità della morte e dunque della resurrezione. Lo Zombi è un morto che cammina e non sa dove va. Come noi. Gli Zombi siamo noi!”
Villani continua il prossimo 6 luglio con Antonio Moresco e la sua “Fiaba d’amore”.
Incontro con Daniele Timpano
Reportage: Claudia D’Aliasi
Foto e audio: Alessandro Farese
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