Dal solco tracciato dal Wall of Sound di Phil Spector lo shoegaze si è evoluto con gruppi come Slowdive, Telescopes, Spiritualized, figli dei Jesus and Mary Chain e i My Bloody Valentine, fino ad arrivare ad un nu gaze che riporta in auge le schitarrate lunghe e riverberate sostenute da tastiere, le voci sommesse distratte o urlanti stonate, con un certo gusto per l’introversione e per la psichedelia, senza dimenticare il muro di suono caratteristico del genere. Quelli di oggi forse non si guardano più le scarpe, non necessariamente, ma questo non significa niente, è solo una nota di colore per i giornali che ancora non sapevano come catalogare questo stile, ribelle a ciò che era sfacciatamente commerciale.
Ieri al Godot i Dead Rabbit da Southampton ci hanno dato prova di quanto certe sonorità non siano affatto morte. Sei EP usciti per l’etichetta Flower Power Records, l’album “The Ticket That Exploded” pubblicato dalla Fuzz Club Records nel 2013 e l’ultimo in uscita, “TimeIsYourOnlyEnemy”, sempre per la stessa etichetta. Affiancano band quali The Underground Youth nella compilation Noise Conspiracy.
Thomas Hayes (Guitar/Vocals), Neil Atkinson Jr (Guitar), Suzanne Sims (Drums), Paul Seymour (Keys) e Colin Fox (Bass) ci regalano brani come “MMB” e “Heavenly way”, e ci fanno rivivere gli anni ’90, quelli dei Primal Scream e degli Spacemen 3, ma anche gli echi di una Britpop più sotterranea, con il potere delle loro vibrazioni. “Ogni canzone è una storia” dice Tom, e le loro sono cupe ma sognanti.
Dead Rabbits LIVE
Quest’opera di Radio Cometa Rossa è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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