Swans

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SwansQuando ho salutato Michael Gira dopo il concerto per estorcergli un sorriso e un autografo l’ho ringraziato della sua “musica” (avrei voluto dire rumore ultraumano). Lui mi ha risposto: “e a te grazie di esistere!”. Inebetita non ho replicato, ho pensato “mi prenderà in giro con quel sorriso sornione e il cappello da cowboy”. Non credo.
Una persona che intona una preghiera come un santone tribale e che ti dice (sì, proprio a te ascoltatore) “there are millions and millions of stars in your eyes” capisce perfettamente l’importanza di ogni singola vita sul pianeta terra. Vite fatte di Universi.
Questa oscura poesia di amore viene interrotta da un tuono, un rumore mistico ed esplosivo, che investe soprattutto le prime file in cui anche gli armati di tappi – non solo gli sprovvisti – sono scioccati dalla forza dell’onda d’urto, il muro di suoni continui fatti di dissonanze e potenza in Watt. I corpi vibrano, le orecchie implorano pietà in una tortura che va oltre il concetto conosciuto di musica.
Non può non essere radicale, estremista ed estrema la versione live di The Seer (album uscito nel 2012) culmine e manifesto finale di 30 anni di attività degli Swans.

Swans3Un concerto che non svanirà facilmente dalla nostra memoria (di contro aspettiamo che svanisca il ronzio nelle orecchie che ci è costato!).
Chitarre, basso, steel guitar, batteria, percussioni e altro, fra archetti, fiati, martelletti, si scontrano sul palco.
Violenti, distruttivi, incuranti della nostra salute fisica e psichica, gli Swans ci somministrano una dose massiccia di musica-droga, ci sommergono in modo ossessivo e invasivo. Entrano nel nostro corpo con veemenza, valicano i limiti fisici dietro i quali la musica si arresta. Una prova di resistenza in cui i musicisti in questione implicitamente ci sfidano dicendoci: “vogliamo vedere se siete in grado di arrivare fino alla fine”.
La sensibilità non riesce a percepire nulla di descrivibile in quel caos, rumore puro su cui Michael si solleva come un direttore di orchestra, in non-melodie costruite come maligni arabeschi. Un inferno troppo imponente per i cuori deboli, perché fa sentire minuscoli, sopraffatti, mortali.

httpv://www.youtube.com/watch?v=HZ8wkNQkHS4&feature=youtu.be



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