Rosanna Maryam Sirignano, dottoressa in Studi Islamici all’Università di Heidelberg, ha studiato in Tunisia, Palestina e in Siria, dove si è convertita all’Islam 10 anni fa. Parliamo de La mia Siria – l’umanità che resiste, uscito nel 2018 per Villaggio Maori, un libro che nasce da un blog e che raccoglie tante voci, testimonianze di persone che ha incontrato nel tuo viaggio, iniziato per studiare l’arabo ma che poi è diventato l’inizio di un percorso spirituale. Il libro non parla di geopolitica, non è un racconto di guerra ma di un luogo in cui nascevano progetti, si coltivavano sogni. Una Siria che appartiene, purtroppo, al passato.
La sua storia è molto diversa da quella di Silvia Romano, eppure anche Rosanna Maryam, al suo rientro in Italia, dopo la sua conversione, ha trovato molta ostilità, addirittura si è sentita dire le stesse parole che vengono rivolta a Silvia, volontaria italiana rapita in Kenya nel novembre 2018 e liberata il 9 maggio scorso.
“Questo significa solo una cosa – dice Rosanna – che di Silvia a nessuno importa niente”. Come giustamente dice Annalisa Camilli su l’Internazionale “Avremmo dovuto fermarci sulla soglia di quell’abbraccio” che Silvia ha dato a sua madre al suo rientro in Italia. Invece no, in molti hanno scelto di parlare, di esprimere un odio islamofobico che ci fa vedere i musulmani come nemici.
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