Avrei preferenza di no

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Avellino – Corso Vittorio Emanuele

Il libraio è in trincea. Non c’é scampo quando l’economia delle grandi catene come Feltrinelli, Mondadori e Giunti prende il sopravvento. Loro hanno armi più offensive, possono permettersi il lusso di buttarci dietro tutti i libri che vogliamo, a prezzi concorrenziali. E noi, inebetiti dal consumismo, assuefatti all’acquisto facile e veloce, magari via internet, abbiamo tralasciato più o meno consapevomente vecchie buone abitudini, come quella di recarci da un libraio di fiducia, assaporare una chiacchierata sui libri da leggere, ascoltare consigli, scoprire nuovi autori. Abbiamo perso il piacere della lentezza, perché non abbiamo tempo da perdere dietro l’acquisto di un libro. Ma è inutile fare un mea culpa collettivo: bisogna reagire, rompere le abitudini, fare un uso più appropriato di soldi e tecnologia, sostenere i piccoli librai ed editori finché si è in tempo. Ricordare con una nostalgia autocompiaciuta i bei momenti che furono, quando i libri si compravano e la microeconomia girava, vuol dire perdere in partenza, sventolare bandiera bianca e lasciare che il corso degli eventi e l’ignavia logorino le cose di valore che ancora esistono. Per fortuna, nonostante le grandi difficoltà, Tonino non è solo: accanto a lui e a suo fratello Ugo c’è la gente di Avellino, città a cui la libreria ha dato tanto. Nessuno ha dimenticato quello che Tonino Petrozziello ha fatto negli anni, ovvero regalare, con la sua gentilezza e voce pacata, la sua conoscenza, trasmettendo la sua passione per i libri ad intere generazioni. Alle persone che hanno conosciuto e amato il suo regno fatto di prosa e poesia si chiede di unirsi e di dire “Avrei preferenza di no”, avrei preferenza che non chiudesse. Si parte proprio da questa citazione di “Bartleby lo scrivano” e se ne legge collettivamente l’intero libro. L’iniziativa si svolge ogni martedì dal 5 al 26 febbraio dalle 18.00 in poi con la lettura di libri in una sorta di staffetta che coinvolga tutti gli avventori, un abbraccio in una catena fatta di parole. L’appello è partito da Marco Ciriello tramite il Mattino e si è allargato a macchia d’olio, coinvolgendo altri giornalisti e blogger. Che l’impegno di tutti non sia frutto di finto buonismo o un gesto di solidarietà occasionale ma una forma di partecipazione, manifestazione di resistenza costante nel tempo, affinché la libreria non chiuda e affinché la lotta si allarghi ad altri casi.

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