Eccoci alla penultima serata del Trepiazze. Piazza Capaccio si riempie di persone ai tavolini del Bar Pino, occupando anche le scale e le colorate poltroncine fatte a mano riutilizzando pneumatici. Siamo distrutti dalle secchiate della “Chiena” del pomeriggio, proprio come se fossimo andati in guerra, ma i “Portoni Ghiottoni” che proponevano assaggi di piatti locali ci hanno ristorati.
Sotto la statua del patrono Sant’Antonino gli Unhappy da Napoli si scatenano con il loro indie rock strafottente, “autoreferenziale, imperfetto, di non detti”, riscaldando la serata con sonorità che omaggiano i Pavement e un po’ gli Smiths. La formazione attuale è recente, siamo in attesa di un disco per novembre.
Poi tocca ai C+C = Maxigross che dalle montagne della Lessinia portano il loro rumoreggiare (“Ruvain” è il titolo dell’album) di ispirazione americana, un po’ Fleet Foxes un po’ Akron Family. Fra le lingue utilizzate per i loro testi c’è il cimbro, un’idioma di origine germanica diffusa ancora in piccole zone del Veneto. Un tour davvero infinito che li ha portati anche negli USA li ha scaraventati improvvisamente da una dimensione “montanara” ad una più globale. “Sait-bouken! Barandre sain tzimbar!” (Benvenuti! Noi siamo i cimbri, ci dicono).
Unhappy LIVE
C+C=Maxigross LIVE
C+C=Maxigross – Intervista
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