Putan Club nasce diciotto anni fa da un’idea di François Cambuzat come un gruppo di resistenza che rifiuta il concetto di mercificazione dell’arte, difendendo la libertà della musica che non resta confinata in generi e che si allarga alla pittura e ad altre forme di espressione.
Il loro incontro con Lydia Lunch, che sussurra e urla parole, e con l’illustratore Vincent Fortemps, scaturisce “poesia applicata alla vita immediata” con violenza, bellezza e amore sotto il nome di Lydia Lunch’s Putan Club.
Il progetto non pubblicherà mai un album e non rilascia interviste a tv e radio (tranne la nostra e poche altre). La particolarità dello spettacolo del leader de L’enfance Rouge accompagnato dalla bassista Gianna Greco è l’inclusione completa del pubblico, immerso nei suoni distorti e rumorosi completati da una base elettronica che dall’industrial passa quasi alla techno. Le attenzioni sono puntate sui protagonisti, sul loro gioco di sguardi e sulle loro movenze ipnotiche.
A fine concerto Cambuzat si asciuga il sudore dalla fronte e, quando ormai siamo in pochi, prende la sua chitarra acustica e intona delle melodie gitane.
La musica è una forma di lotta, ma non è sufficiente a smuovere gli animi: “la rivoluzione si fa con il sangue”.
Putan Club – Intervista
Putan Club – LIVE
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