Caffè Filosofico: Eros Platonico

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amore1Di “amore platonico” si è discusso sabato 14 febbraio al Godot Art Bistrot, nell’ambito dei Caffè filosofici a cura di Leonardo Festa, una serie di incontri ormai alla VI edizione, che quest’anno promuovono anche la prospettiva di far ripartire il Borgo dei Filosofi a Avellino. Il relatore Michele Abbate, professore di Storia della Filosofia Antica all’Università di Salerno, ha introdotto il tema dell’amore a partire dai dialoghi platonici Simposio e Fedro, ne ha mostrato la ricorrente continuità fino all’epoca moderna e oltre, e ne ha delineato il percorso storico delle trasformazioni concettuali. Entità ibrida e intermediaria, intreccio di desiderio (e con esso mancanza) e espediente, l’eros platonico, per come tratteggiato nel discorso che nel Simposio Diotima rivolge a Socrate, e che questi riferisce, è figura del filosofo e della filosofia, cioè della pratica teoretica della ricerca e dell’investigazione, resa possibile dalla condizione ambigua e inquieta del sapere di non sapere, né assoluta ignoranza né compiuta scienza. Tanto il non curarsi dell’ignorare quanto il credere o presupporre di sapere sono entrambi da estremi opposti condizioni an-erotiche, non desiderative, non critiche, quietivi della tensione all’interrogazione degli altri e di se medesimi. Amante del bello e della conoscenza poiché ne è privo, ma al tempo stesso non apatico né ignavo al punto da non amarlo e non riconoscerne la desiderabilità, auto-consapevole della propria situazione di perenne indigenza, l’eros filosofico tende al possesso della bellezza intravedendo in essa la manifestazione e il riflesso corporei di un sistema di verità ideali e eterne, del quale anch’esso diviene, nell’ottica del pensiero platonico, riflesso e tensione ascensiva nel tempo. L’eros si ristruttura così come una scala amoris, processo dialettico di elevazione intellettuale in bilico tra identificazione e differenziazione, e come tale si ripresenta nelle speculazioni del filone neoplatonico, in Proclo e nello pseudo-Dionigi Areopagita, e quindi, in uno sfondo sempre più marcatamente teologico, nella mistica medievale: fino all’opera di Marsilio Ficino nel Rinascimento, per riconfigurarsi ancora, questa volta in una geometria razionalistica delle passioni, come amor dei intellectualis nella seicentesca Etica di Spinoza.

Mario Coppola

Eros Platonico

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