Con lui parliamo del suo ultimo libro Midnight Walker
“Storie tristi come le nostre la gente non vuole sentirle”. Eppure c’è la necessità di raccontarle. Storie “shuffle”, che hanno il ritmo del blues, che rimandano a città delle quali conosciamo ogni angolo di marciapiede, dai cartelli “vendesi” alle scale che si infilano nella gola della metropolitana, con tutta la poesia racchiusa nello squallore e nella penombra, come se in questa, appunto, tristezza diffusa e palpabile ci sia una forza non solo narrativa. E’ qui che combattiamo – con la solitudine di chi soffre, con il passato che ci insegue instancabilmente – le nostre Termopili fatte di attese disilluse e occasioni mancate.
Questo è l’universo evocativo di Midnight Walker, una raccolta di pensieri che Domenico Cosentino, scrittore e editore di ‘Round Midnight, ha steso tra il 2010 e il 2013 e poi pubblicato quest’anno con Palladino Editore. Nonostante i temi impegnativi il tutto è trattato con molta “naturalezza”, senza il peso, spesso eccessivo, della retorica. Cosentino è diretto, va al cuore delle cose. Io lo so, perché ho la fortuna di conoscerlo, ma lo avrà notato anche chi, per la prima volta, lo ha visto leggere stralci del suo libro lo scorso sabato 25 ottobre al Godot di Avellino. E’ la seconda “cena con autore” proposta dal bistrot, che ha già ospitato Raffaello Ferrante il 9 ottobre.
Con un sottofondo scelto dallo scrittore, in cui brani di Johnny Cash, Peter Green, Charles Mingus e Chet Baker fanno da tappeto malinconico, Domenico legge le sue poesie notturne, senza però risparmiare battute e riflessioni taglienti.
Di lui racconta: “Nasco a Pomigliano d’Arco, vivo nel mondo e morirò in Irpinia, nessuno noterà la mia scomparsa e il mio gatto si ciberà del mio corpo per un anno. Ho scritto diversi libri, non ricordo quanti, nessuno dei quali mi ha portato successo, fama, soldi o fica. Molti hanno parlato di me, sopratutto i miei creditori, ma anche questo non ha portato nulla di buono. Conosco molti scrittori e me ne tengo alla larga. Conosco molti avvocati e me ne tengo alla larga. Mi sono rimasti solo gli scippatori seriali, con i quali mi incontro almeno una volta a settimana a bordo di uno scooter truccato”.
Chi cammina di notte vede le cose in modo diverso, ma ci si può mai abituare alla mancanza di luce?
C.D.
Intervista a Domenico Cosentino
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