Ieri, sabato 1 marzo, la Cometa si è imbattuta in un doppio concerto che, per molti versi, rappresenta l’incontro fra la storia di Napoli e il suo presente: Le Loup Garou e Aldolà Chivalà si sono alternati negli spazi del Lanificio 25. Da un lato l’analogico, dall’altro l’elettronico; da un lato il vinile e dall’altro i-tunes, da un lato il piacere del revival, e dall’altro il risvolto duro dell’epoca in cui viviamo.
Le Loup Garou (in italiano il lupo mannaro) aprono la serata e coinvolgono con un’energia frizzante e genuina, mescolando il beat italiano, il rock ‘n’ roll anni ’70, melodie da “nouvelle vague” francese e un tocco di folk, tutti ingredienti che ritroviamo in “Ancient Poet’ s Rock’ n’ Roll”, album registrato in California, totalmente in analogico e disponibile anche in vinile, nato grazie al supporto del pubblico ed edito da Marotta&Cafiero, che oggi ha sede a Scampia con a capo il giovane scrittore Rosario Esposito La Rossa. Il gruppo, capitanato dal musicista italo-russo Frank Prota, ha sempre avuto un occhio di riguardo per il connubio fra poesia e ambiente, coltura e cultura, ponendo l’attenzione su ciò che viene quotidianamente minacciato dai tempi moderni. Carine Jurdant, cantante belga ormai di adozione napoletana, ha un fascino e una voce irresistibili (mi fa pensare alla magnetica Françoise Hardy), così come irresistibile è anche la presenza di Tottolo Stefanelli, il maestro di cerimonie dalla voce contralto-tenorile.
La seconda parte dell’evento è dedicata alla performance strepitosa di Aldolà Chivalà, accompagnato da Mauro Romano (computer, tastierina e cori) e da un ottimo percussionista. Sullo sfondo scorrono le foto in proiezione di Gennaro Cimmino.
Un misto di “street poetry” e “spoken words” che dal rap all’hip-hop, soprattutto in napoletano, diventano veicolo vivo e contemporaneo di racconto polemico e soprattutto politico. Sì, perché Aldo Laurenza dal 2009 ci sbatte in faccia la nostra realtà, fatta di crisi economiche e mistiche, di omologazione (“O’ dade è tratte”), di isolamento e alienazione (“Nun voglio ascì”), di rabbia e qualche volta di rassegnazione. “Crisi Mistica” e “Discontinuo” infiammano il pubblico numeroso del Lanificio, ma un altro passaggio interessante della serata è rappresentato da un brano tratto da “La gatta cenerentola” di De Simone, un’improvvisazione in cui Aldo caccia fuori una potenza vocale che non conoscevamo. Nonostante la centralità della parola anche il supporto elettronico ha il suo peso, e le basi di Mauro, più che una spalla un compagno di avventure, sostiene il parlato di Aldo in modo eccellente. Come disse Mark Smith, il fondatore del “poetry slam movement”: la poesia non è fatta per glorificare il poeta, essa esiste per celebrare la comunità. Ed è quello che fa Aldolà, mostrandoci lo specchio integrale del nostro presente, senza filtri, magari strappandoci un sorriso o gettandoci nella più profonda amarezza.
Le Loup Garou LIVE
Aldolà Chivalà LIVE
Quest’opera di Radio Cometa Rossa è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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