I SOVIET SOVIET SONO PERICOLOSI.

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IL REPORT DEL CONCERTO AL MORGANA DI BENEVENTO (30.01.2014)

Di Paolo Spagnuolo

Soviet SovietI Soviet Soviet sono un gruppo che ha fatto tanta gavetta, ma soprattutto l’ha fatta di lusso. Innanzitutto perché i nostri fanno parte di quella schiera di artisti che i circuiti mainstream (o pseudo-alternativi) fanno fatica a riconoscere, generando come ideale conseguenza una migrazione che li ha portati in giro per l’Europa…” (tratto da http://sentireascoltare.com/).

In realtà i “Nostri”, come sono indicati nel sito, durante la loro gavetta sono stati in giro per un pezzettino di mondo (USA inclusi), non solo in Europa. In Italia, solo pochi mesi fa, hanno fatto anche da supporto ai Public Image Ltd (P.I.L.) di John Lydon. Da ognuna di queste esperienze hanno tratto il meglio, dimostrando ogni volta più convinzione e costruendo una solida casa su ogni palco. Ma a parte questa precisazione, il quadro disegnato dall’incipit è perfetto per inquadrarli.

È stato davvero bello poterli incontrare ancora una volta in Campania. Di passaggio verso la Calabria, i Soviet Soviet hanno pensato bene di spezzare il viaggio con una sosta al Morgana di Benevento. Un piccolo locale sempre molto attivo nell’ambito della musica dal vivo che, personalmente, frequento sempre molto volentieri. Il trio marchigiano inizia il set di tredici brani verso le ore 23. Il piccolo Morgana a quell’ora è pieno e carico. La distanza tra il gruppo e la prima fila è di circa trenta centimetri, non di più. Conoscendo le movenze e gli scatti di Andrea al basso abbiamo – io e la mia amica Lorena – subito pensato che le dimensioni ridotte della location avrebbero prodotto qualche ferito. Si inizia con Human Nature, tratta dal disco Summer Jesus del 2011, per poi proseguire con Further tratto dall’ultimo disco Fate (2013)che sta riscuotendo dei gratificanti riscontri di critica ovunque. Ovviamente, la scaletta è quasi completamente dedicata al loro ultimo lavoro. La doppietta post-punk di brani eseguiti in sequenza come 1990 e Ecstasy Soviet Soviet2trascina, il pubblico apprezza. Giusto per intenderci, per chi non li conosce, i Soviet Soviet ricordano molto da vicino, soprattutto in brani come 1990, una sorta di Joy Division accelerati, con la sezione ritmica sempre in evidenza. Ma questo paragone, così come il vago termine post-punk, deve servire solo per dare un’idea del loro suono. Verso la fine del concerto, come da pronostico, il basso di Andrea miete la sua unica vittima: uno dei piatti della batteria di Alessandro (Ferri, batterista anche de Gli Ebrei). Il tutto sotto gli occhi dell’altro Alessandro alla chitarra che, serio, continua a macinare riff. “Meglio il piatto che la mia faccia!” avrà pensato una delle ragazze posizionate davanti all’atletico bassista. Come penultima canzone viene eseguita la fantastica No Lesson (sempre tratta da Fate) ed è forse uno dei brani meglio riusciti del concerto. Ma non sarà per caso che è anche il mio brano preferito? Lascio un alone di inutile mistero a questa domanda. L’unico bis concesso, Gone Fast, celebra la cieca fedeltà di Lorena che di solito non ascolta mai la sua canzone preferita. Parte la dedica e alla mia amica gli occhi si trasformano in cuoricini! (Non mi odiare, lo dovevo scrivere) I tre Soviet al quadrato sono suoi amici da tempo. Raccomandata! In definitiva è stato davvero un ottimo spettacolo, uno di quelli che da l’idea di musicisti che hanno capito perfettamente che strada seguire.

Volete approfondire? Non c’è niente di meglio che dare uno sguardo ai miei due video della serata, così le parole diventeranno musica e immagini.

Se vi capita, ma anche se non vi capita, supportate i Soviet Soviet. Ne vale la pena.

SCALETTA COMPLETA:

Human nature

Further

1990

Ecstasy

Together

Introspective trip

Hidden

Lokomotiv

Aztec Aztec

Something

No lesson

White details

Bis:

Gone Fast.

Ringrazio Lorena per avermi inviato la scaletta (cimelio) completa impressa su un tovagliolino di carta.

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Quest’opera di Radio Cometa Rossa è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

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