Ad aprire la nostra intervista c’è uno stralcio di “Florence” del misterioso K-lone che, insieme con Kletus Kaseday, InterNos e Framedada ci conducono ad un unico musicista, Anacleto Vitolo, che sotto il marchio Av-K prod racchiude tutti i suoi progetti. Compositore salernitano instancabile e multiforme, Anacleto si dedica con passione ad ogni tipo di sperimentazione e proprio come un chimico accosta elementi diversi per risultati sempre sorprendenti. Con K-lone un disco: Enchantment (per Marte Records). Con i Framedada (accompagnato dal prof. Amendola e da Luca Lanzetta) ha incrociato elettronica e poesia, omaggiando miti come Pasolini, Rimbaud e Majakovskij. Con Internos, affiancato da Domenico Stellavatecascio, ha fuso l’elettronica all’hip hop. Nella rassegna “The sound of silent movies” (e in altre occasioni) ha musicato film, donando alle immagini in movimento i suoi frammenti sonori, arrivando anche finalista al 4FF. Nel 2008 ha vinto al “M.E.I. tech 2008” per la sezione di musica elettronica e nel 2010 ha partecipato a Flussi Media Art (festival prestigioso che si tiene ad Avellino ogni estate da ormai 5 anni).
La Fat Cat records (etichetta di Sigur Rós, Animal Collective, Panda Bear per citarne alcuni) non ha tardato ad accorgersi del suo talento e ha proposto al nostro ospite (sottoforma di Av-K) un contratto per dodici brani di prossima pubblicazione.
Anacleto, con il suo racconto e l’ascolto di brani che ci ha proposto, ci aiuta a districarci in questa avventura fitta di produzioni che variano dall’industrial al trip hop, passando per l’ambient, senza tralasciare il noise, l’elettronica sperimentale, minimal e un pizzico di new wave.
Anacleto Vitolo – Intervista
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