Non potevano non venire da Manchester. The Underground Youth (di Craig e Olya Dyer e Daria Xenofontova) ieri sul piccolo e prezioso palco del Godot di Avellino hanno portato una ventata di anni ’80, periodo in cui proprio a Manchester fiorivano band come Joy Division, New Order e Buzzcocks, e la gente ballava sulle note di “24 hour party people” degli Happy Mondays. Essere giovani in quel periodo voleva dire godere di un cambiamento epocale. La Factory Records e l’Hacienda di Tony Wilson e Alan Erasmus hanno contribuito notevolmente al fermento di una piccola città di provincia che ha modificato irreversibilmente il corso della storia della musica. Questa eredità importante si sente nelle corde delle chitarre e del basso degli Underground Youth, nell’influenza di un post punk spigoloso ma elegante, nel cantato che ricorda Peter Murphy e soprattutto Ian Curtis ma senza fare loro il verso, nel suono delle percussioni secco e deciso trasmesso da tutta l’energia pulsante ma composta dell’unico elemento femminile della band. Anche il nome del gruppo è di per sé evocativo, fa pensare (non a caso) ai fondamentali Velvet Underground e Sonic Youth, ma anche al fatto che esista una bella gioventù nascosta la cui “irruenza giovanile” faccia scoccare la scintilla creativa di una musica che non stanca mai, in modo indipendente e ai margini del mainstream.
Dopo il successo di “Delirium” quest’anno è uscito “The Perfect Enemy For God“, sempre per la Fuzzclub Records, disco in cui “Rodion” e “In the dark I see” colpiscono in modo immediato con una new wave sinuosa che dal vivo acquista un valore aggiunto.
Fantastica performance in una serata speciale: il compleanno di Luca Caserta, conosciuto anche come il Mago di Ozz, proprietario e direttore artistico del Godot. Tanti auguri dalla Cometa Rossa!
The Underground Youth LIVE
httpv://youtu.be/YBFOTjX_xeo
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