La serata conclusiva del Disorder è stata davvero spettacolare: Grimoon e Margareth hanno riempito le nostre orecchie e i nostri cuori.
I Margareth tessono melodie preziose, un folk rock melodico e nostalgico con elementi elettronici. Un basso trascinante, note di piano sognante, momenti intensi si alternano con altri più intimi e delicati. Molti brani sono tratti da “Fractals” mentre l’ultimo è un’anticipazione del prossimo disco, un pezzo quasi ambient con un’incursione interessante di tromba.
I Grimoon sono unici. Che belli: non li vedevo da quando hanno aperto il concerto dei Black Heart Procession a Napoli. Il loro è un misto di folk-rock con venature di prog italiano, molta energia ma anche un tocco di noir, con chitarre e tastiere a volontà. Ogni canzone, prevalentemente in francese, è accompagnata da un video, storie in stop-motion realizzate dalla cantante e tastierista Solenn. Lei e Alberto (che indossa una t-shirt molto bella disegnata da Toffolo, non a caso visto che i Tre Allegri Ragazzi Morti hanno inciso la versione italiana de “la compagnie des chats noirs”) ci concedono un’intervista prima del live insieme con Alessandro e Paolo dei Margareth. Stasera suoneranno anche a La Bella Estate, ad Avellino.
Grimoon LIVE
Margareth LIVE
L’intervista ai due gruppi:
Fra gli stand dedicati alle etichette indipendenti c’è quello della Fallo Dischi, label napoletana attivissima dal 2010. Fallo sta per “do it yourself” e la chiave inglese che la rappresenta è simbolo di lavoro, del fare. Fra i gruppi che l’etichetta supporta ci sono L’Amo, i Culture Wars, La via degli Astronauti, i Kairo e Nasov (che ha festeggiato con noi il primo anno della Cometa).
Creare una scena, fare rete con le migliori realtà musicali campane per loro è fondamentale. “Credere nella comunicazione, nella possibilità di comunicare nonostante l’incomunicabilità di fondo, credere che l’amicizia non sia soltanto una delle tante parole che compongono il vocabolario di chi parla a vanvera, è fede e noi, amico caro, a fede siamo veramente ben messi.”
Mario Orsini ce ne parla ai nostri microfoni.
Peppe Biondi (Macrostudio): i ringraziamenti finali dal palco.
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