Quando alle 21:30 riecheggia la voce di un rodie per annunciare, con un simpatico accento, “dalla Norveghia, Motorpsycho!”, la sala concerti del Circolo degli Artisti non è affatto gremita. Subito ho pensato di aver sbagliato la scelta del tour (di supporto al loro Still Life With Eggplant, 2013 Stickman Rec.) per vedere la band di Trondheim dal vivo per la mia prima volta. Noi italiani, sfortunatamente, non siamo abituati alla puntualità. Però, trascorsi quindici minuti, la sala si è riempita completamente. Sul palco sono saliti in quattro perché ai tre componenti originali – incluso il batterista Kenneth Kapstad nella line up dal 2007 – si è unito il musicista prog Reine Fiske alla seconda chitarra e al mellotron. Il concerto prende il via – inaspettatamente – con un brano tratto da Little Lucid Moments (2008), Year Zero. A seguire, The Ocean in Her Eye tratto dall’ottimo Trust Us del ’98, con il suo incedere inquietante e psichedelico, vagamente a la Hawkwind, irrora il pubblico con le classiche sonorità dei Motorpsycho.
Il gruppo, dopo quasi venticinque anni di carriera, non appare affatto stanco. Di poche parole lasciano spazio alla loro musica e ai semplici ma efficaci effetti di luce. A riprova del fatto che sembrano divertirsi sul palco, si lasciano spesso andare a situazioni che ricordano molto da vicino delle jam, tra le cui note ha trovato ad un tratto spazio Pilgrim dei Wishbone Ash. Le variazioni ai brani originali non si contano, peccato solo che la solita acustica poco precisa del Circolo non ha favorito alcune sfumature, il suono del mellotron e gli intrecci vocali di Snah e Bent. Questa in definitiva è stata l’unica vera pecca di uno spettacolo che si è protratto fino alle 00:15 con solo cinque minuti di pausa. Una durata che è risultata eccessiva solo ad uno sparuto gruppo di ascoltatori occasionali che, verso la fine, si sono lasciati attirare dal refrigerante giardino esterno. Per il sottoscritto è andata più che bene, anche in considerazione del fatto che come bis hanno eseguito tutto e, ripeto, tutto Blissard (1996) seguendone la tracklist, uno dei lavori preferiti dai fans e di cui hanno da poco licenziato un cofanetto celebrativo composto da quattro cd.
Facendo un passo indietro verso i primi brani del concerto, va menzionata la dissezione ad opera dei quattro norveg(hi)esi subita dalla fantastica August, cover dei Love di Arthur Lee nel 1969. Vi lascio ora alle vibrazioni hard-prog-psich “di seconda mano” della scaletta del concerto (in cui s’innestano due video registrati durante il live), vedova purtroppo di Vortex Surfer. Mi sarebbe piaciuto ascoltarla dal vivo. Mi accontento…torneranno in Italia, come fanno quasi tutti gli anni.
MOTORPSYCHO
Circolo degli Artisti – Roma, 06 maggio 2013
Year Zero
The Ocean in Her Eye
August
Überwagner or A Billion Bubbles in My Mind (con inserimento di “Pilgrim” by Wishbone Ash)
Hell, part 1-3
Feel
Barleycorn (Let It Come/Let It Be)
Watersound
You Lied
The Bomb-Proof Roll and Beyond (for Arnie Hassle)
(Bis – Blissard)
Sinful, Wind-borne
Drug Thing
Greener
‘s Numbness
The Nerve Tattoo
True Middle
STG
Manmower
Fools Gold
Reportage, fotografie e video di Paolo “Ossarotte” Spagnuolo
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