“Sono più di mille anni che la triste Ofelia
Passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero;
Sono più di mille anni che la sua dolce follia
Mormora una romanza alla brezza della sera”
I versi di Rimbaud parlano di un’Ofelia che non muore ma che torna in eterno, vive nel mito rendendo sempre attuale la sua tragedia.
Il giovane personaggio Shakespeariano, diviso fra l’obbedienza al padre e l’amore per Amleto, ha ispirato artisti e pittori di vario tipo.
Nell’arte figurativa l’Ofelia di Millais, con il suo dolore idealizzato, sembra sospesa, con le labbra semichiuse e i palmi verso l’alto, come una Madonna. La natura è statica, osserva attenta, e fra i fiori che incorniciano la sua figura, se l’ambientazione fosse americana e non danese, magari ci sarebbe anche un Bloodroot, una Sanguinaria Canadensis bianca di purezza e dalla linfa rosso sangue usata come filtro d’amore e sostanza curativa presso gli Indiani d’America.
Arte, poesia e letteratura non sono citazioni casuali. Carica di elementi evocativi e calma come “l’onda nera” è la musica degli Ofeliadorme, capaci di “cogliere la bellezza delle cose che muoiono”, di esprimere con delicatezza la malinconia di ciò che appassisce.
Melodie in cui ritrovo una piacevole somiglianza con i partenopei The Mantra ATSMM e una leggera influenza dei Radiohead di “In Rainbows” e dei Blonde Redhead nelle ballad.
Ne hanno fatta di strada dal 2007, costruendosi un’identità definita, portando la loro musica in giro per l’Europa e attirando l’attenzione di etichette estere.
Quattro anni dopo l’ep “Sometimes it’s better to wait” e due anni dopo l’album “All Harm Ends Here” esce “Bloodroot”, un disco senza il clamore degli effetti speciali, sussurrato con semplicità espressiva, dai suoni minimali e sognanti con echi dolcemente psichedelici su cui si distende la voce elegante e sublime di Francesca Bono.
Gli Ofeliadorme sono sbocciati come fanno i fiori di campo, naturalmente e senza artifici, ma con in più l’inquietudine di ciò che è raro e inafferrabile.
Alcuni brani tratti dal live dello scorso 10 marzo
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