Talento, umiltà, professionalità. Queste sono le prime parole che mi vengono in mente pensando a lui. Ciuffo biondissimo, occhi azzurri e vivi, Terje si presenta in camicia scura, abbracciato alla sua chitarra acustica, inseparabile amica, accompagnata da loop station e armonica. Intelligente e ironico dalla battuta pronta in un italiano perfetto: in controtendenza dal profondo nord Europa si è trasferito al sud Italia, originario di Hamar vive ad Aci Trezza, luogo di cui non si lamenta affatto, anzi. Usa i mezzi pubblici, è molto attento all’ambiente che lo circonda, ama lo sport e il mare. Non guarda la nostra tv, poiché l’informazione è controllata e strumentale.
Il primo disco è omonimo, di produzione e distribuzione tutta italiana (sotto la supervisione di Benvegnù), poi in “A brighter kind of blue” si fa accompagnare da un trombettista, in “The path of love” fa emergere tutto il suo romanticismo. E adesso con “You gotta get ready” ti dice di prepararti al cambiamento, per non rendere imminente la fine del mondo. No, non l’abbiamo scampata, non basta smentire i Maya. Il fatto di essere diventato neopapà porta la sua attenzione verso il futuro del pianeta: le risorse naturali stanno esaurendosi, bisogna rallentare tutto questo costruire, prendere coscienza e agire in prima persona. Ma non ci parla solo di questo: la musica aiuta ad esorcizzare sofferenze d’amore (these lovesick blues), infonde energia positiva (keep it shining on the inside) e coraggio ad un amico intrappolato nell’angoscia (leaving).
Ogni pezzo è una storia che aspetta di essere raccontata, con schitarrate blues, folk e delicatezza pop, in un misto equilibrato, rassicurante e convincente a cui il pubblico risponde con entusiasmo.
La musica di Terje Nordgarden è schietta, parla al cuore, rispecchia la sua forte personalità e la sua capacità comunicativa coerenti con la sua sensibilità artistica. L’Italia aveva propro bisogno di questo pizzico di Norvegia!

Terje Nordgarden LIVE
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Terje Nordgarden – Intervista

 

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