Un Ganesh post-moderno, in carne ed ossa, nella posizione dell’alitasana, con le braccia che si moltiplicano, in movimento. La sua proboscide di tubi di plastica suona come un sarrusofono contrabasso. Ecco come si presenta ai miei occhi Arrington de Dionyso, un dio straniero come il suo nome ci suggerisce, “un alieno venuto da Plutone” atterrato ad Olympia (Washington) e che dallo spazio ci porta il rumore che fanno gli starquakes, mescolando alle trifonie dei Mongoli e al barrito dei pachidermi il suo noise spaziale. Di uno spazio che però non è freddo e dispersivo, anzi, Arrington ci presenta anche il calore della terra, la realtà umana – ibrida e variegata- che offrono una marea di spunti, senza limitarsi alla geografia dell’Indonesia o dell’Africa. Il suo tentativo di fusione fra Oriente e Occidente, fra nord e sud del mondo è un’impresa folle, sovrumana, appunto, divina.
Mentre Ganesh è una divinità induista e la sua zanna spezzata è simbolo della morte del dualismo, Arrington de Dionyso è doppio, anzi triplo: giù dal palco è una persona semplice, sul palco è musicista ma è anche sacerdote. Infatti l’insieme di voce e movimento fa pensare ad un vero e proprio rito, un mantra e una danza che ci ipnotizzano come in una trance.
La risonanza alla base del suo studio non riguarda solo il suono ma anche una serie di riferimenti fra letteratura, antropologia e misticismo. Eppure non c’è spazio per lo sfoggio di alcuna ostentazione intellettualoide né per il vanitoso protagonismo di un musicista arrivato. Non si tratta di una ricerca estetica che si avvolge su se stessa, non è metalinguaggio.
E’ la musica del futuro che non smette di servirsi di elementi primitivi e primordiali, con il suo throat singing che si sdoppia e si moltiplica tramite tapes echo e con un intrigo di rimandi spesso impenetrabili, avvolti in un mistero impossibile da sviscerare fino in fondo.
Dioniso è il dio che risorge una volta sacrificato: rispetto agli Old Time Relijun Arrington è morto e si è reincarnato in un nuovo essere, davanti alle nostre percezioni, umane e limitate.
Arrington de Dionyso
httpa://youtu.be/fyrHVxgF5-4
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