“Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, – conclude – ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile.” (Palomar)
5/4/2014 – Il progetto “Parola di Lettore”, iniziato l’anno scorso sempre al Godot, prosegue felicemente con una seconda rassegna, curata anche stavolta da Giuseppe Pavarese con l’aiuto prezioso di Leonardo Festa e patrocinato dal Presidio del Libro di Avellino. Come il titolo suggerisce la parola è data al lettore, vero protagonista delle sue letture e protagonista anche di questa iniziativa collettiva mirata all’ascolto e al dibattito attraverso, appunto, due momenti fondamentali: il primo dedicato alla presentazione che l’ospite dedica all’autore scelto e il secondo aperto alla partecipazione del pubblico, attraverso interventi e stralci di letture.
Anna Maria Pelleccha, docente di letteratura italiana nei Licei e ospite di questo primo incontro dedicato alla figura di Italo Calvino, dice: “Trovare un senso alle cose, questa sembra essere la cifra che unifica l’esperienza di questo autore, pur negli esiti assolutamente diversi, e in qualche caso addirittura apparentemente contraddittori della sua esperienza letteraria che attraversa tutta la seconda metà del ‘900 con un gusto costante per l’ avventura letteraria, al di fuori di mode o tendenze di successo nei confronti delle quali egli ebbe assai spesso un atteggiamento critico.”
La scrittura di Calvino è caratterizzata dalla “leggerezza”, parola che, proprio secondo l’autore, è simbolo del nuovo secolo, ovvero il Novecento. Una leggerezza che non è fine a se stessa e neppure sregolata, come ci insegna la sua esperienza francese all’interno del laboratorio creativo L’Oulipo (Ouvroir de litterature potentielle) in compagnia di Queneau, Perec e altri. Da “Le Cosmicomiche” al “Barone Rampante”, da “Le città invisibili” a “Palomar”, da “Una pietra sopra” a “Il Midollo del Leone”, la professoressa ci conduce lungo le tappe della produzione di Calvino. Nonostante la grande varietà della sua narrativa notiamo che ci sono degli elementi di continuità e di coerenza che riguardano, ad esempio, un razionalismo metodologico che funge da guida per le coscienze in difficoltà in un mondo sempre più caotico. La ragione è una diga che, davanti alla vastità dei cambiamenti, contiene il disordine in una ricerca dell’ordine. Senza di essa non potrebbe esserci neppure la fantasia, che non è una facoltà irrazionale poichè non si distacca totalmente dalla realtà ma si sviluppa proprio da essa. Anche l’interesse per le scienze, pur senza la pretesa che esse possano rispondere agli interrogativi del mondo, hanno sempre affascinato Calvino, figlio di un biologo. Le scienze e la fantasia, due facce della stessa medaglia, incontrano l’ironia che invece funge da filtro, come un modo per guardare dall’alto e con distacco apparente le cose, alla ricerca di nuovi significati. Non secondario per Calvino è il ruolo dell’intellettuale all’interno della società, e di conseguenza della scrittura, da lui concepita inizialmente come impegno che rifiuta ogni intento didascalico o di propaganda e che poi si fa elemento di confronto con il labirinto in cui l’uomo continua a perdersi. Nonostante il pessimismo a cui approda l’autore nell’ultima fase della sua vita questo senso di vuoto e di spaesamento non deve spaventarci, poiché “la perplessità sistematica” è una caratteristica umana senza la quale non potremmo vivere.
Il prossimo appuntamento con “Parola di Lettore”, dedicato a Dostoevskij in compagnia di Rossella Sanseverino, vi aspetta sabato 12 per poi rinnovarsi sabato 19 aprile con Luca Caserta che presenterà l’età d’oro del giallo.
Parola di Lettore – Italo Calvino
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