Caffè Filosofico: Mico Capasso parla di Godot

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Mico CapassoAl Godot Art Bistrot, durante il pomeriggio di sabato 29 marzo, è andato di scena un dibattito su quello che si deve ritenere il vero e proprio patrono spirituale del locale, Samuel Beckett, il cui “Aspettando Godot” è stato introdotto al pubblico, nella formula alquanto informale di un caffè filosofico, dal relatore della serata Mico Capasso, dottore di ricerca, appunto, in Filosofia. Per questo ciclo giungono al termine, con questo evento, le iniziative di “caffetteria filosofica” volte ad animare il dibattito culturale avellinese per un pubblico ampio, sempre molto curioso e variegato, organizzate da ormai due anni grazie alla supervisione attenta di Leonardo Festa.
Gli ultimi tre appuntamenti hanno visto per protagonisti personaggi della letteratura mondiale prendere vita sotto la lente d’ingrandimento della filosofia. Per questo motivo l’ospite ha deciso di introdurci nel nuovo argomento citando i “Sei personaggi in cerca d’autore” e ponendoci davanti ad una prima riflessione: rispetto a quelli pirandelliani, e a tanti altri, il personaggio beckettiano ci sfugge in primo luogo perché non si presenta mai, è “simbolico senza simbolismi”. Probabilmente neanche Beckett saprebbe spiegarci la sua natura, così mutevole proprio a causa delle molteplici interpretazioni che gli studiosi tendono ad affibbiargli ancora oggi. Quale Godot, dunque? Immagine di Dio, o non piuttosto simulacro di un’agognata rivoluzione? Metafora della condizione umana o infine nozione di personaggio intesa in un senso totalmente astratto e quasi puramente narratologico? Con queste o simili domande “scivolose”, tanto ricercate e ricamate dalla critica, il pubblico si è lungamente intrattenuto, tra i pasticcini e la confortevole compagnia di scaffali affollati di libri. Capasso ci ha illustrato il background dell’autore, i suoi legami culturali anche con l’Italia (amava le letture dantesche e pirandelliane) e la questione, per alcuni persino assente e per altri addirittura determinante, del “significato” – inteso in un senso filosofico forte – del personaggio Godot e del suo aspettare, e del rapporto fortemente dialettico tra parola e silenzi come tratto determinante dei personaggi dell’opera. La posizione del nostro ospite è quella dello studioso di filosofia che si pone in modo critico nei confronti della filosofia stessa, in quanto spesso tende ad interpretare il testo in modo speculativo, violandolo. Capasso rifiuta l’attribuzione di significati che “tradirebbero” il Godot pensato da Beckett, in favore di una riflessione sul “calore umano”. Citando Anders, Lukacs e Adorno abbiamo attraversato le diverse reazioni a proposito dell’eventuale nichilismo dei personaggi o della loro condanna ad esprimersi (e a vivere) senza possibilità di scelta.
Non sono state tralasciate neppure le problematiche legate alla messa in scena dei testi beckettiani, con quell’incessante e “tragicomica”, per usare la definizione dello stesso Beckett, decostruzione della parola recitata. L’innovativa ed esilarante versione di Stephen Brimson Lewis, portata in scena proprio nei mesi scorsi a Broadway, focalizza sull’importanza del rivendicare una potenzialità pienamente comica del celebre testo. Tra una riflessione sul circolo ermeneutico e un’invocazione alla capacità della filosofia di rinunciare a se stessa, per far parlare il testo nella sua forma “perfetta” in quanto voluta dall’autore, la discussione si è evoluta intensamente verso la serata. E poi ancora pillole di dibattito sulla cultura cattolica irlandese, sul ruolo di Joyce nella formazione dell’autore e altro. Così la discussione al fine si è diradata, con l’impressione di aver fatto un piccolo Grand Tour (la cui ridiscussione è un tema caro alla Fondazione Meridies di cui Capasso è direttore generale), probabilmente, per molti versi, un Grand Tour al contrario, dai cieli dell’Irpinia a quelli, d’altri colori affastellati, d’Irlanda, terminato con una riflessione: Godot resta un interrogativo senza risposte che desta fascino e inquietudine in chi ancora lo attende.

Gian Paolo Faella e Claudia D’Aliasi

Caffè Filosofico: Aspettando Godot

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Quest’opera di Radio Cometa Rossa è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

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