Il Diluvio Universal, festival estivo del Bar Universal di Eboli con la direzione artistica di Macrostudio, ci ha proposto la scorsa domenica 19 luglio il concerto di When The Clouds, tutto da godere all’aperto, sulle scale ormai sempre più affollate di via Ripa.
When The Clouds è una frase incompleta che ognuno può completare come vuole. Quando le nuvole arrivano e coprono il sole o quando le nuvole partono, liberando il cielo, è l’ascoltatore a deciderlo. In ogni caso, entrambi gli esiti sono metafore di cambiamento e “i momenti di transizione sono quelli che ispirano di più” il musicista salernitano Francesco Galano, come lui stesso ci racconta. Una serie di immagini fotografiche catturate sulla pellicola di una vecchia polaroid è all’origine di questo nome che in principio rappresentava un progetto solista e che in versione live allarga i suoi confini ai musicisti Gianmario Galano, Giovanni Botta, Mario Izzo ed Enrico Canu. La performance collettiva rende al meglio i brani di Francesco, senza la necessità di utilizzare sequenze registrate, e poi non c’è musica senza condivisione, al punto tale da permettere ai membri della band di suonare anche da soli, secondo una visione da compositore che mette da parte la propria centralità a favore della diffusione della propria musica.
Nel 2010 esce The Longed-For Season (la stagione tanto attesa), frutto di una home studio recording che ha abbracciato tre anni. “Non avere limiti di tempo ti porta ad essere eccessivamente pignolo” confessa Francesco.
Il prossimo disco dovrebbe uscire in autunno. Di circa otto brani, è già in lavorazione, ancora una volta influenzato dalle sonorità ambient del nord europa.
Le arie di When the Clouds si prestano volentieri ad accompagnare immagini cinematografiche: sonorizzazioni di film muti e colonne sonore lo impegnano e appassionano. Infatti possiamo ascoltare alcuni brani inediti nel film Neve di Stefano Incerti così come in un documentario di prossima uscita sul fotoreporter di guerra Francesco Cito.
Prendendo in prestito le parole di Italo Calvino riguardo alla conferenza sul contrasto tra leggerezza e peso, direi che la musica di When The Clouds “non è una melancolia compatta e opaca (…) ma un velo di particelle minutissime d’umori e sensazioni, un pulviscolo d’atomi come tutto ciò che costituisce l’ultima sostanza della molteplicità delle cose”.
Claudia D’Aliasi
foto e video di Alessandro Farese
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