Il 28 luglio abbiamo assistito alla seconda serata dell’Evo Festival, organizzato dall’Associazione Evo Avanguardie e Sperimentazioni presso l’Arena S. Antonio di Eboli. Musica, cinema sperimentale, avanguardia e arti visive collegati da un unico fil rouge tematico: la quarta dimensione. EVO è un contenitore culturale innovativo di scienza e spettacolo, proprio come se fosse un museo temporaneo a cielo aperto nel quale esposizioni, percorsi scientifici, performance e concerti si incontrano.
La parte superiore dell’arena ci ha portati direttamente nello spazio con l’installazione di Gabriella Rago e l’esposizione delle meravigliose fotografie scattate in orbita dall’astronauta Samantha Cristoforetti durante la “Missione Futura”.
Nell’attesa dei concerti abbiamo assistito alla proiezione di “Fireworks“, di Giacomo Abbruzzese e a “Empathize With My Gaze”, progetto del Centro di Ricerca Scienza Nuova Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa con la collaborazione dell’equipe composta da Barbara Balbi, Federica Protti, Emanuele Garzia, Andrea Castellano e con la performance dell’artista Francesca di Martino. Il gruppo indaga su tutte le esperienze che si determinano intorno al momento creativo, attraverso la condivisione del percorso oculometrico di un’artista contemporanea. Il tutto grazie a un paio di eye-tracker portabile (Tobii glasses) occhiali in grado di seguire il percorso oculare e di tracciarlo.
E poi la musica: nel Main Stage si sono esibiti CAO (Inghilterra) e Rocco Cavalera (Italia) mentre nell’ultima parte della serata abbiamo ascoltato il dj set nell’Outdoor Stage a cura di Fabio Petrosino.
CAO, nome di una carismatica sacerdotessa e imperatrice peruviana, è il progetto solista di Constanza Bizraelli, compositrice e produttrice di musica elettronica originaria di Lima e di stanza a Londra. Nel 2015 debutta su Opal Tapes di Stephen Bishop con Marginal Virgin, un viaggio nelle profondità del mito e delle sue radici.
Rocco Cavalera è un artista romano che si muove verso una ricerca sonora fra la techno, il noise e l’industrial. Le atmosfere che crea costruiscono muri di basse frequenze, suoni graffianti e distorti generati da una singola nota che evolve nel tempo, strutturandosi in forme più complesse.
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