Diario di Bordo: Rainy Days – Giorno 4
Martedì 8 Dicembre 2015
Un suono ricco di contaminazioni, dalle colonne sonore fine anni ’60 a quelle morriconiane, passando per un prog-rock a tratti psichedelico, con un occhio rivolto al medioriente ma senza rinnegare le proprie radici francesi (penso agli AIR delle vergini suicide, ma anche al Serge Gainsbourg di Histoire de Melody Nelson). Innamorato della nouvelle vague e con un passato da rockettaro Emile Sornin, ovvero Forever Pavot, si lascia trasportare in una composizione da viaggio lisergico, scrive e registra i dodici brani di “Rhapsode” (Born Bad Records, 2014) in completa solitudine, ma dal vivo, con la band al completo, l’energia diventa travolgente. Una speciale attenzione viene riposta nella strumentazione, nell’equilibrio fra le parti, e nella ricerca di un suono “effrayant”, spaventoso come solo i film noir riescono ad essere. Al Godot per il Rainy Days, Emile ci fa assaporare il gusto rètro della sua musica variopinta, che si inserisce nella tradizione, iniziata negli anni ’90 con Stereolab e Broadcast, che vede nel recupero di una certa sonorità vintage il terreno fertile per musica nuova. Non è un caso se Forever Pavot è una storpiatura di Flower Power…
Articolo, intervista e sottotitoli Claudia D’Aliasi
Riprese Alessandro Farese e Ivan Mazzone
Foto e montaggio Alessandro Farese
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