Qui ad Avellino il Mas Fest è l’inaugurazione dell’estate. Il parco Santo Spirito, generalmente abbandonato a se stesso, finalmente si rianima grazie all’associazione Koiné Art Lab, a tutti i collaboratori e alla presenza di centinaia di avventori. Quest’anno particolare attenzione, dal punto di vista musicale, è stata dedicata alla psichedelia. Purtroppo la pioggia ci ha impedito di godere del secondo giorno di festival, il 20 giugno, ma qui di seguito vi proponiamo le interviste realizzate a tutte le band della line up del giorno precedente: Slaves of Love and Bones, Warias e Lay Llamas. Fortunatamente il 21 è stato possibile recuperare il live dei Kikagaku Moyo al Godot, a mezzogiorno. Nulla di fatto per C’mon Tigre e Exploders Duo.
Gli Slaves of Love and Bones sono di Avellino, si sono formati nel 2013 e in poco tempo sono cresciuti, senza il timore di potersi aprire a nuove sonorità. Infatti Daniele Ventola, Riccardo Iannaccone, Raffaele Caputo e il cantante Luca Criscuoli hanno accolto Claudio La Sala dei Lies, portando l’elettronica all’interno del loro percorso di ricerca. Per ottobre attendiamo l’uscita di Real Fake Music (Imakerecords) in cui sequencer, pad e synth si aggiungeranno ad un rock in evoluzione e a un cantato in inglese.
Warias è invece il progetto di Matteo Salviato, bassista di The Soft Moon, e di Giulio Marzaro, entrambi veneziani. Un incontro tra psichedelia e sonorità new wave con l’aggiunta di ritmiche afro. Il live ha un valore aggiunto: la presenza di visual (realizzati da Matteo) e luci intermittenti che creano un’atmosfera speciale. In attesa del disco e dei prossimi appuntamenti live ci godiamo l’ep Wools in free download su bandcamp.
“Space Jungle Mantra”, una “miscela sonora allucinogena e fluorescente” carica di “suoni da foresta siderale e esotismi immaginati”. Ecco come si presentano i Lay Llamas. Una nuova formazione che da pochi mesi vede la presenza di Nicola Giunta, il fondatore, e di parte dei Mamuthones e dei The Beautiful Bunker. Nel 2014 registranoWe are you (Rocket Recordings) con l’aiuto di Gioele Valenti e in seguito partecipano alla compilation Nostra signora delle tenebre (Backwards) insieme con altri bei nomi della musica underground (Father Murphy, OvO, Mai Mai Mai…). Aspettiamo il prossimo disco che vedrà la partecipazione di tanti ospiti misteriosi.
Domenica 21 giugno, in via eccezionale, il Mas Fest prosegue all’interno del Godot Art Bistrot con la presenza dei Kikagaku Moyo (“geometric patterns”) prevista il giorno prima. La band giapponese ci riporta indietro di quarant’anni proponendoci un incontro tra space e kraut rock, tra psichedelia e improvvisazione. Go e Tomo ci illustrano il loro modus operandi: a loro non piace che sia una scaletta fissa a dettare le regole del live; scrivono la loro musica in luoghi isolati, in modo da potersi esprimere senza pressioni esterne; adorano incontrare persone sempre diverse, attitudine che gli deriva da un periodo di busking per le strade di Tokyo. Le loro uscite sono: un ep omonimo, Mammatus Clouds e Forest Of Lost Children, tutte andate a ruba nel corso del tour, ma le ristampe sono disponibili su internet.
Con questo bellissimo live il Mas Fest ci saluta, ma ci ricorda che le iniziative di Koiné proseguono con il festival invernale Rainy Days e tanto altro.
Claudia D’Aliasi
le foto sul nostro divanetto (Loffredo Arredamenti) sono qui.
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