NOVILUNIO 2012

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Una riproduzione del famoso crocifisso del Giunta Pisano sovrasta l’abside, spicca sullo sfondo rosso acceso, domina dall’alto con la sua posa deformata (dei formitas) e non più trionfante, come la storia dell’arte ci insegna.
Siamo nel cuore di Napoli all’interno della chiesa San Francesco Delle Monache (Domus Ars). L’abside invece di ospitare l’altare è adibita a palco, per dare spazio al Novilunio Duemiladodici, festival di due giorni che vede per protagoniste alcune band dell’undergound campano. Davanti ai nostri occhi, in questa cornice suggestiva, si esibiscono Windrone, Astolfo sulla luna, Salice Cried, Melt, l’inguine di Dafne, V-Device, Vena, The Preston Tucker Project, Concetto Etico, Nouer, Stella Diana e Redroomdreamers, gruppi avvincenti che non possono passare inosservati.
Curioso vedere il pubblico intento ad ascoltarli seduto in panche di legno: non è qui per pregare nè per essere assolto dai peccati ma per onorare la Dea Musica, in un misto perfetto di sacro e profano.
Basta guardarsi attorno per notare le opere di M.E. Stellato, R. Argentato, R. Miscione e le foto di Raffaele Silvestri che ritraggono individui diluiti e persi nel ritmo. Noi siamo così: calati nei suoni, affascinati.
Fra un gruppo e l’altro, nel cambio-palco, Ottavia Starace e Valentina Pirozzi leggono le poesie scritte per l’occasione da una giovane autrice, Daniela Montella, che, sul finale, prende il microfono per declamare la sua prosa “l’ultima notte senza luna”.
Interessante anche la selezione musicale a cura di Sounds//Bay.
Il merito di aver riunito tutti e di aver gestito la rassegna con grande professionalità e anche un pizzico di pazienza va a Dario Torre, leader degli Stella Diana. Grazie anche all’aiuto prezioso di Giacomo Salzano e Roberto Amato, Dario ha riportato alla luce un festival che nei primi anni ’90 veniva organizzato dal Tien a ment, il centro sociale occupato di Rione Traiano. La ragione non riguarda un semplice attacco di nostalgia ma la voglia di scrivere un nuovo capitolo di storia dell’underground napoletano. E proprio a proposito di scrivere Dario, professore di filosofia oltre che musicista, ci presenta il suo libro «Nessuna speranza, nessuna paura. Storia del rock napoletano dagli anni ’80 a oggi», un viaggio nel sottobosco partenopeo che raccoglie tanto materiale altrimenti difficilmente reperibile.
Segue un podcast con l’intervista a Dario Torre e un collage di alcuni frammenti raccolti durante le numerose esibizioni.

Novilunio – Intervista 

 

 

 

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