Avellino, 30 Marzo 2012 – Musica da cucina non sa cucinare in modo tradizionale: la sua attenzione non ricade su nessun tipo di menù commestibile. Non importano primi, secondi, contorni o dolci. Lui si ferma prima che le pentole e gli utensili vengano usati per preparare il pranzo o la cena. Li osserva, li sfiora, li percuote, vuoti. Eppure la sua tavola apparecchiata ci offre note gustose da mangiare, che non appesantiscono, che non si piazzano indigeste sullo stomaco, che, anzi, non sembrano saziarci. Niente è lasciato al caso a dispetto delle apparenze: non è un progetto dadaista e autoreferenziale. Gli utensili sono decontestualizzati, escono dalla cucina per essere usati su un palco, ma restano carichi di affetto, perché ogni oggetto ha in sé una storia che lega il musicista a ricordi e a persone care. Attorno ad una tavola imbandita si incontrano gli amici e i familiari, si scambiano idee con semplicità, e quella tavola, sul palco, evoca presenze (molti utensili sono doni fatti al musicista e la copertina del disco è curata da sua zia). Non è un progetto minimalista e concettuale ma melodico, perché i rumori a cui siamo abituati (come quelli del bollitore surriscaldato e delle posate nei piatti) suonati e poi campionati si aggiungono alla chitarra, al clarinetto e all’armonica, senza tralasciare incursioni vocali.
Fabio Bonelli dopo essersi esibito al Godot Art Bistrot in uno spettacolo che ha incluso attivamente tutti i partecipanti, ci ha rilasciato un’intervista interessante e “appetitosa”. La prossima volta che lo incontreremo invece di usare le pentole porterà con sé matite e lavagnette con il progetto Matita. Non finirà mai di sorprenderci.
Ascolta l’intervista
httpv://www.youtube.com/watch?v=TZESULpWN_w
.
Quest’opera di Radio Cometa Rossa è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Lascia una risposta