Messe nere, violenza e droga.
Di Paolo Spagnuolo
C’è una piccola fiammella di speranza che si accende in me tutte le volte che partecipo a un festival metal. Spero sempre che da questa fiammella possa nascere un inferno. Mi capita tutte le volte ma sono sempre costretto a mettere in preventivo che tutte le mie attese – alla fine – saranno disattese. Ammettiamolo, tutti sanno che ai concerti dei metallari succedono le cose più illegali e immonde: riti satanici con sacrifici umani, violente risse con morti e feriti, tappeti umani costituiti da fan del dio metallo andati in overdose o in coma etilico. Ecco, tutte le volte che vado a un festival o a un concerto di questo tipo spero almeno di vedere Satana in azione. Che… diavolo! Almeno una volta! Invece nulla. Quello che mi si para davanti è un’innocua folla, spesso borchiata e monocromatica (tendente al nero) che divertita e rilassata socializza e si gode pacificamente la sua musica preferita. Ormai me ne sono fatta una ragione e mi adeguo. Ma continuo a pensare che non sia giusto lasciare il monopolio della violenza agli ultras negli stadi.
Abbandonata la facile ironia, è giunto il momento di trattare seriamente uno degli eventi – dedicati all’heavy metal e a tutte le sue innumerevoli declinazioni stilistiche – tra i più importanti del sud Italia: il Total Metal Festival di Bitonto (BA). Diviso in due giorni (19-20 luglio) il metal festival pugliese, nato nel lontano 2002, quest’anno ha premuto sull’acceleratore, anche musicalmente, diventando un appuntamento di caratura internazionale. Trentotto bands in totale e, per ogni giornata, tre nomi importanti del panorama metal mondiale in chiusura: Decapitated (Polonia), Behemoth (Polonia) e Kreator (Germania) sabato 19; Coldsteel (USA), Annihilator (Canada) e Moonspell (Portogallo) per la domenica. Un vero happening, se consideriamo che band del cartellone rappresentano quasi tutti i continenti. Sì, perché tra i gruppi ci sono anche i Massive Scar Era dall’Egitto e in rappresentanza del Continente Nero, una vera rarità in campo metal.
La location è quella del centro sportivo delle piscine comunali di Bitonto. Lo spazio che ospita l’enorme palco è ampio e ben organizzato. I volontari e gli addetti alla sicurezza hanno garantito a tutti la fruibilità senza intoppi sia dei concerti sia di tutti gli eventi paralleli. Per tutta la durata del festival il suono fuori è stato a dir poco eccellente per tutti i concerti. L’audio migliore che abbia ascoltato in contesti simili, senza dubbio.
Dire qualcosa di tutte le band che hanno partecipato risulta impossibile, ma alla fine dell’articolo riporterò il programma ufficiale così almeno da poter avere una vaga idea dello sforzo organizzativo del Total Metal. Sicuramente il livello generale è stato molto alto e professionale. Tra i gruppi preserali segnalo per motivi di spazio solo lo show dei messicani Domine Nation, tra i pochi gruppi power/heavy in cartellone, perché la stragrande maggioranza dei gruppi era orientata verso un suono che posso definire molto genericamente come thrash/new metal. In questo frangente un po’ di varietà in più avrebbe fatto bene al festival. Sarebbe stato divertente vedere in azione qualche gruppo in stile NWOBHM, glam o hard rock. Passando ai c.d. headliners, tutti hanno offerto degli spettacoli davvero notevoli, a partire dai veterani tedeschi Kreator, una band che calca i palchi dal lontano 1982 e che è considerata tra le più influenti del thrash metal europeo. Mille Petrozza, il fondatore dei Kreator di chiare origini italiane, ha più volte fatto capire di essere onorato di suonare nella terra di suo padre.
Anche i “satanici” Behemoth hanno dato una lezione di stile e cattiveria con il loro black metal abbastanza tecnico e il loro face painting davvero inquietante. Breve discorso a parte meritano i Moonspell perché sono stati quelli che attendevo di più. Non mi hanno deluso. Sono stati implacabili nel loro essere sospesi tra l’hard and heavy classico, il black metal e alcune digressioni di grande impatto in odore di dark gotico. Per la prima volta nel Sud non hanno deluso nessuno. Fernando Ribeiro, il cantante, si è prodigato con tutto il suo fascino nero affinché la liturgia del gruppo lusitano fosse perfetta. I super classici sono stati eseguiti quasi tutti, tra cui: Opium, Alma mater, Vampiria e Full moon madness.
Non ci poteva essere conclusione migliore per questo evento. Sull’ultimo ruggito di Ribeiro si chiude quindi il Total, un festival illuminato da tante luci ma anche da qualche ombra dovuta principalmente a un afflusso di pubblico sicuramente sotto le attese. Un evento del genere meritava almeno 7-8 mila spettatori considerando sia il prezzo del biglietto unico per le due giornate tenuto davvero basso (40 euro) che le importantissime bands ingaggiate. Comunque il discorso sul pubblico (specie al sud) andrebbe affrontato con ben altre analisi del semplice costo del biglietto. Questo report non è il luogo migliore per farlo. Per ora agli organizzatori, con la sincera speranza che ci sia un altro TMF, chiedo solo più attenzione nel trovare una location con un po’ più di ombra. Se i concerti iniziano di mattina con il sole estivo a picco si rischia un’insolazione. Lo stesso discorso vale per la zona campeggio ovviamente. La strada, sperando che sia ombreggiata, è quella giusta. Ad maiora.
Somos memórias de lobos que rasgam a pele
Lobos que foram homens e o tornarão a ser
ou talvez memórias de homens.
que insistem em não rasgar a pele
Homens que procuram ser lobos
mas que jamais o tornarão a ser…
PROGRAMMA COMPLETO DEL FESTIVAL QUI
(gli statunitensi Aggravator sono stati cancellati per motivi indipendenti dall’organizzazione).
Total Metal Festival Pt.1
Total Metal Festival Pt.2
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Concordo sull’analisi dell’organizzazione, con tanti pregi e pochi difetti che fortunatamente possono essere superati con relativa facilità. Resta il problema culturale del metal al meridione che fa venire 2mila persone ad un festival che ne merita almeno 5mila. Ma quello lo vedo duro da superare, almeno in tempi brevi.In ogni caso i presenti hanno onorato alla grande il movimento. Mi resteranno impressi soprattutto i volti di tutti gli EROI del campeggio che in due giorni massacranti hanno condiviso preventivabili disagi e i ritmi serrati del programma come una grande famiglia che ha tanta voglia di vivere e di divertirsi. A dispetto del mondo intorno – fatto di persone mature, ma attenzione, anche di troppi giovani, spesso istruiti ed emancipati, almeno teoricamente – che ti vuole brutto, sporco e cattivo, nella migliore delle ipotesi.