La celebrazione del fallimento come momento necessario, premessa di un nuovo inizio. Questa è l’ultima tappa del concept dei Father Murphy, nome di un personaggio letterario di Burroughs e della band di Chiara e Federico che ieri hanno fatto piombare nell’oscurità più totale il Chiediasilo (rassegna avellinese della omonima associazione). Una messa nera che ci ha reso protagonisti sacrificandoci, facendoci a pezzi e infilandoci in una valigia. L’eresia, il misticismo, l’autoinfliggersi sofferenza, il rifiuto dell’altro, sono tutte forme di ribellione per trovare verità e libertà in se stessi e non in un dogma, qualunque sia, da accettare con rassegnazione. E’ così che si manifesta davanti a noi un rito magico che, con l’uso di chitarra, organo, pedali e campanelli, ci trascina verso la profondità degli inferi, in un’apocalisse che non risparmia nessuno. E forse l’inferno può essere una risposta alle nostre domande, poiché è quello che di più intimo abbiamo dentro, tutti. Il noise oscuro dei Father Murphy vede il materializzarsi di questi simboli, di questi concetti così astratti da sembrare inafferrabili. A “Anyway your children will deny it” segue un misterioso doppio ep, “Pain is on our side” (Aagoo Records/Boring Machines 2013) composto da due vinili incisi su un unico lato, in modo da poterli ascoltare anche contemporaneamente. Il duo, precedentemente trio, fa parte del Madcap collective, una famiglia che abbraccia anche Comaneci, Andrea Rottin e Bob Corn.
Il concerto dei Father Murphy è stato preceduto dalla performance collettiva del living theatre di Gary Brackett che ha visto la presenza dei partecipanti al workshop che ha tenuto proprio all’interno dell’ex asilo Patria e Lavoro.
Father Murphy – Intervista
Father Murphy LIVE
httpv://youtu.be/YXIkoQQBGTY
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