Sabato 21 febbraio, il quarto appuntamento del Caffè filosofico ha affrontato la questione del rapporto tra uomo e natura, a proposito di trivellazioni e conflitti sociali. A moderare l’incontro è stato Giuseppe Antonio Di Marco, docente di Filosofia della Storia presso l’Università Federico II di Napoli, il quale ci ha spiegato: «l’opposizione di significativi settori sociali alle trivellazioni in Irpinia fanno parte di un ciclo di giuste lotte contro il Decreto sblocca-Italia del governo Renzi, ossia un insieme di grandi opere il più delle volte improduttive, che scempiano la natura e sono il contrario di ogni sana e umana appropriazione e trasformazione di essa; allo stesso modo con cui, con i decreti sulla riforma del mercato del lavoro, lungi dal promuovere una vera crescita umana, vengono dilapidate forze-lavoro, capacità creative materiali e intellettuali. Questo è il modo contraddittorio e antagonistico con cui il capitalismo si pone verso gli uomini e verso la natura, vale a dire è volto a generare un grande sviluppo di forze produttive, di energie umane, e a evocare tutte le potenze della natura, ma al tempo stesso è tale da ostacolare e storpiare questo sviluppo a causa dell’anacronistica persistenza dei suoi rapporti sociali di proprietà privata. I movimenti di opposizione sociale a questi scempi di uomo e natura – che, invece, di per sé l’industria unirebbe – sono i primi germi di un’unità sulla cui base sia possibile sopprimere lo stato di cose presenti».
Caffè Filosofico: Uomo e Natura
foto: Luca Daniele
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