L’Arte della Felicità è l’esordio su lungometraggio del disegnatore, animatore e regista Alessandro Rak, ospite del Laceno D’oro lo scorso 24 agosto. Dopo la visione del film nella chiesa di San Nicola di Atripalda (Avellino) il pubblico ha avuto l’occasione di poter porre domande al regista stesso, curiosità che sono andate dalla scelta dei personaggi alla presenza della pioggia, in una Napoli che sovverte i luoghi comuni. In Italia non è così scontato vedere film d’animazione per adulti, non esiste un mercato perché purtroppo ancora non esiste una “cultura”, il che non vuol dire che le cose non possano mutare nel tempo. Rak è fiducioso, i suoi occhi brillano mentre ci racconta del suo film, dell’incontro (quasi casuale) con l’attore Leandro Amato, sulle quali sembianze è stato costruito il protagonista Sergio Cometa. La storia è quella di due fratelli che una volta suonavano insieme e che oggi si sono separati. Rak, con la complicità dello sceneggiatore e produttore Luciano Stella e con la fucina di talenti partenopei Mad ha trasformato un’idea in realtà, un sogno “con i piedi per terra” che ha saputo sfruttare la tecnologia digitale (in 2D, con parti realizzate anche in 3D) e in cui i colori e le sfumature ci ricordano le caratteristiche dei graphic novel.
Parlare di felicità non è mai facile, soprattutto se non vogliamo cadere nell’ovvietà e nella retorica, ma il film non si limita ad affrontare solo questo argomento: al centro vi è la “solitudine creativa”, una condizione di incertezza in cui ci si chiede costantemente “ne vale la pena?”, proprio perché non si ha un feedback immediato o un compagno di viaggio.
C.D.

Intervista ad Alessandro Rak