“Una colonna sonora per prendere consapevolezza del fatto che l’universo è una nostra proiezione da cui non c’è risveglio”
I BLIND THORNS racchiudono le personalità di Shane Perlowin e Ryan Oslance, chitarra e batteria degli Ahleuchatistas, e la versatilità di Antoine Läng, cantante di origine svizzera che, grazie al supporto dell’elettronica, moltiplica e amplifica una voce a tratti sublime, a tratti demoniaca. Il trio è capace di far confluire, nello stesso live, influenze da tutto il mondo, musica sperimentale, improvvisazione, noise, psichedelia e primitivismo. Il risultato della loro interazione “mistica” è spiazzante, innovativo, ipnotico. Momenti meditativi si alternano a quelli più impetuosi e brutali, ma le incursioni nell’oscurità non vogliono trasmettere nessun messaggio negativo. Blind Thorns è anche il nome del loro album di debutto, realizzato nella primavera del 2014 grazie al supporto delle etichette New Atlantis (USA) Cheap Satanism (BE) e l’italiana Offset Records. L’artwork è di Sarah Cavalieri.
Una performance multiforme è quella che avviene l’otto giugno al Godot di Avellino. Iniziano i due Ahleuchatistas con passaggi che ricordano John Zorn ai tempi dei Naked City (e non solo). Shane accarezza la sua chitarra che sembra diventare un koto oppure addirittura un organo, grazie all’aiuto di effetti e pedali. Ryan, scalzo e in pantaloncini, suona con tutto il corpo, campanellini alle caviglie, catena al collo, si aiuta con gingilli e conchiglie, spesso percuote i suoi strumenti direttamente con le mani.
Poi subentra la voce di Antoine che da melodica, con la delicatezza simile a quella di un theremin, si trasforma in sospiri e suoni gutturali alla tubular bells, esplodendo poi in urla da grind-core che si intensificano nella fase finale.
C. D’Aliasi
Blind Thorns Live
Blind Thorns – Intervista
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