I Monelli di Novembre non fanno capricci né dispetti. Sono un misto di timidezza, di impeto, di fragilità, il tutto senza alcuna possibilità di imitazione. Nessuna pretesa, solo anima.
La voce è quella di Forgigi, dalle sfumature imperfette, tremolanti, spigolose che, con grazia, convergono in una caratteristica riconoscibile a cui presto ci si affeziona. Forse è lo strascico di un passato punk, quello con i Kantina. Poi c’è la chitarra elettrica di Vincenzo che si libera in un accompagnamento ricco di riverberi e distorsioni. Suonata con effetti e spesso con l’archetto sostiene quella acustica di Forgigi, più delicata.
Il progetto I Monelli di Novembre, indipendente fino al midollo, inizia a prendere forma nell’estate 2002, quando Forgigi inizia a comporre le sue ballate con un misto di semplicità e complessità. Ma il nome nasce quattro anni più tardi, con il passare del tempo e il surriscaldarsi delle giornate estive. Negli anni successivi vengono registrate alcune canzoni e nel 2011 la sessione finale sfocia in “Dodici Nuove Disposizioni“, titolo del primo cd autoprodotto, ultimato in agosto, per aspettare il ritorno di Chicco in Irpinia. L’estate successiva viene registrato il secondo cd “La Traduttrice di Venezia“, disco che segna l’arrivo di Vincenzo. Nell’agosto 2013 viene infine registrato “Live at Aurjstudio” contenente versioni live di alcune canzoni presenti nei due album precedenti, scaricabili gratuitamente da bandcamp.
Dopo questa breve descrizione bisognerebbe soffermarsi sui testi introspettivi di Forgigi (da leggere sul suo sito) e sulla potenza emotiva sprigionata dalla poesia nascosta in ogni singola nota. Dal vivo l’assenza della batteria lascia uno spazio infinito in cui si dilatano le sonorità di un folk indefinibile e senza tempo. Le influenze potrebbero andare da Nick Drake a Morrissey, da Jim O’Rurke a Battisti, fino al primo Alan Sorrenti. In più ci aggiungerei un pizzico di Brit (“Ai vicoli di Rimini”) e di post punk (“Il burattino”). Ma tutti questi riferimenti non descrivono ancora in modo completo quello che I Monelli di Novembre sono capaci di comunicare. Nella loro musica si sente il respiro della pioggia che rende malinconiche quelle giornate di scuola che, volentieri, saltavamo per trovare riparo in un luogo meno noioso. C’è l’odore dell’autunno che riempie la stanza quando partono pezzi come “Ruvido”, “Dubbio” e “Tutti giù per mare”. C’è anche la nostalgia di vecchi amori ormai perduti in “Le chiavi di casa” e amori ancora vivi e sconfinati in “Tu sei la luna”.
Lo scorso 21 gennaio, nel garage/sala prove dei Monelli abbiamo registrato in presa diretta alcune canzoni che, in modo disarmante, ci hanno lasciato senza parole. Fra queste ci sono anche due pezzi strumentali scritti da Vincenzo, che si dedica inoltre alla composizione di brani electro-ambient sotto il nome di Drama Vinile. Non è facile vederli suonare in giro perciò vi consiglio vivamente di non lasciarvi sfuggire l’occasione, quando capita.
I Monelli di Novembre – Radio Session
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è bellissimo Tutto…..!!
Grazie Ragazzi/