Lo scorso 20 dicembre il Chiediasilo, rassegna organizzata dalla omonima associazione e che si svolge all’ex asilo patria e lavoro di Avellino, ha ospitato WU MING 2 & CONTRADAMERLA con il loro spettacolo “Surgelati“, un’opera composta a 10 mani in cui è difficile discernere il limite che separi la scrittura dalla musica, fuse insieme in un unico corpus. Lo scrittore e i musicisti si mettono sullo stesso piano, collaborando alla stesura di un lavoro avvincente in cui potremmo sentire l’eco del prog italiano, ma anche dei CCCP e degli Offlaga, mentre i testi parlati, declamati con ritmo e qualche volta cantati, ci illuminano su un punto di vista che non sempre siamo abituati a considerare. Per questo “Surgelati” non può definirsi semplicemente un reading ma più un concept in cui il filo narrativo collega i brani fra loro e ne fa una storia che inizialmente sembra fantascientifica, surreale, ma che poi diventa molto vicina al reale: un ragazzo viene dimenticato in un camion frigorifero, mentre attraversa il mare e varca clandestinamente una frontiera. Si risveglia in una camera di ospedale in cui tutto è bianco, proprio come la sua identità agli occhi di chi lo accoglie: identità da scrivere, da costruire, da appiccicargli addosso. Il giovane immigrato è surgelato (avete capito bene!) e a ridurlo in questo stato non è tanto il frigorifero ma è più l’Italia, luogo di approdo in cui etichettare e quindi “surgelare” gli immigrati, come se fossero carne da macello, è molto facile. Ad aggiungersi al razzismo o ad una certa diffidenza c’è un’integrazione forzata, finta, inutile. E’ qui che inizia la seconda odissea, quella che dopo il viaggio costituisce la lotta per affermare se stessi a prescindere da quello che gli altri vogliano vedere. La questione, quindi, è che siamo tutti “surgelati” quando rinunciamo a combattere questa battaglia.
Wu Ming 2 & Contradamerla in “Surgelati”
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