I sound my barbaric UH! over the rooftops of the world!
Un’espressione di sorpresa davanti a qualcosa di bello trasforma questa famosa frase di W. Whitman in una licenza poetica che voglio utilizzare per introdurvi nel mondo dei Comaneci, ovvero di Francesca Amati e Glauco Salvo, che si sono esibiti al Godot lo scorso 22 dicembre, portando il disco, appunto, “Uh!” (Madcap, Fooltribe, 2012) nel Bistrot “culturale” di Avellino (se ascoltate il concerto capirete a cosa mi riferisco!).
In un live semi-acustico non microfonato, i suoni di chitarre, banjo e tastiera volteggiano nell’aria, proprio come faceva la Comaneci alle parallele. Le emozioni sono sussurrate sottovoce e in modo delicato, ma nessun incantesimo ci trasforma in salamandre e così bruciamo lentamente e il calore della loro musica si espande. Non c’è bisogno di alzare i volumi, di urlare e di fare pezzi lunghi per comunicare l’essenziale. Molto breve infatti è “Democracy” il cui testo è una poesia di Harold Pinter di grande attualità che recita: There’s no escape./The big pricks are out./They’ll fuck everything in sight./Watch your back.
Altrettanto bella è la canzone “Green Lizard” che parla del fascino di una femmilità che non vuole mettersi in mostra, con delle delicate note di piano. Non mancano anche pezzi (come “Satisfied Girl”) tratti dal disco precedente, “You a lie”, che hanno fatto da colonna sonora al film “Acciaio” di Stefano Mordini e la cover di “Woody Guthrie’s America” degli Akron/Family. L’ultimo pezzo lo hanno suonato in mezzo alla gente, proprio come piace fare al nostro amico Bob Corn! Il loro è un folk minimale senza fronzoli nè arabeschi: lineare. E in un periodo complesso, in un mondo complesso, è quello che ci vuole per tirare una boccata di ossigeno.
Comaneci – Intervista
Comaneci LIVE
httpv://youtu.be/byON5IBfvrU
video di Maxim (con l’aiuto di Alessandro in extremis)
httpv://www.youtube.com/watch?v=_NIwNJ7u3VQ
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