L’Arena di Sant’Antonio illuminata dalla luna piena accoglie i North, i Boxerin Club e i Bean Soup per la prima delle quattro serate del Disorder.
Peppe Biondi – presidente della Macrostudio che ha organizzato il Festival con l’aiuto dell’etichetta La Fine – dal palco dice con decisione: “Siate disordinati!”, un invito a vivere a pieno (la vita, i sentimenti ma anche la musica) senza lasciarsi dominare troppo dalla razionalità.
Dopo un bel dj set iniziano i Bean Soup. Il nome ci ricorda la famosa scatola di fagioli di Warhol, simbolo della pop art che iconizza i beni di consumo. Reduci dalla vittoria al contest Prove di Rock 2013 i ragazzi di Agropoli ci fanno assaggiare il loro sound che mescola indie rock e garage. “Il nostro primo disco, ovvero un EP che ci spetta come primo premio del festival appena citato, dovrebbe uscire nel primo trimestre del 2014” mi racconta Enzo Della Torre.
La serata continua con i North: Pierfrancesco Carletti, Giuseppe Gaggiotti, Andrea Monachesi e Gabriele Tomassetti. Un tuffo nostalgico negli anni ’90 trasforma la costa marchigiana in California, i college americani si svuotano per riempire le spiagge di vitalità e freschezza. Ecco cosa immagino ascoltandoli dal vivo oppure immergendomi in Differences, il loro primo lavoro: un EP di sette tracce decise e travolgenti.
Ritmi selvaggi e spumeggianti che mescolano afro con sonorità latine, world music con indie rock di provenienza americana caratterizzano le sonorità dei Boxerin Club. In certi passaggi mi ricordano i Fleet Foxes per le sonorità e gli Architecture in Helsinki per come trascinano il pubblico in modo irresistibile durante la performance. Aprire il concerto romano dei Wild Nothing è stato per loro un trampolino di lancio e dopo Tick Tock (here it comes) si dedicano ad un nuovo album e a numerose date italiane e non solo.
Bean Soup LIVE
North LIVE
North – Intervista
Boxerin Club LIVE
Boxerin Club – Intervista
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