Honeybird & the Birdies sono frizzanti, sembrano tarantolati, si uniscono in una divertita danza della pioggia, saltellano come grilli in un campo fiorito investendo con la loro energia il grigiore di una serata di pioggia. Il palco diventa una spiaggia tropicale su cui si esibiscono vestiti con stoffe riciclate e rattoppate, come dei figli dei fiori appena usciti da Hair.
Le loro strade si incontrano a Roma ma nascono rispettivamente a Los Angeles, Catania e Torino. In realtà i luoghi di provenienza non sembrano influenzarli molto (se non per un pezzo in siciliano): non esistono limiti, i nostri eroi potrebbero venire da qualunque parte del globo, portando con loro un bagaglio di cultura e musica internazionali che sembrano esser stati raccolti con cura durante un lungo e magico viaggio dall’Africa al Sud America. Mescolano in modo sorprendente ritmi latini con quelli tropicali, accennano quasi una tarantella per poi sfociare in una samba. Nel loro gruppo si condensano le voci del mondo intero ma dietro il loro sorriso e i loro ritmi contagiosi ci sono anche storie che lascerebbero poco spazio al buon umore. All’ironia di un pollo che diventa presidente (pequeninho frango) seguono il dolore del genocidio di creoli e haitiani nella Repubblica Dominicana nel ’37 conosciuto come il massacro del prezzemolo (perejil) e il coraggio del popolo Mapuchi contro gli invasori spagnoli. Sono molto coinvolti contro l’inquinamento globale (to the earth’s core) e a favore della libera diffusione di musica e arte ovunque e non come purtroppo accade nel Mali e in altri paesi oppressi.
Infine ci deliziano con un tributo a Gilberto Gil con Bat Macumba, ricordando l’importanza storica del tropicalismo, nato durante la dittatura brasiliana seguita al golpe militare.
Ci invitano nel loro “Sacred Loop” e ci sembra impossibile non seguirli.

Honeybird & the Birdies LIVE
httpa://youtu.be/9NJUqy3fWG0

httpv://www.youtube.com/watch?v=sObvc99yh88&feature=youtu.be