Oh! Mr Porter, what shall I do?
I want to go to Birmingham
And they’re taking me on to Crewe,
Take me back to London, as quickly as you can,
Oh! Mr Porter, what a silly girl I am.
Con questa filastrocca inglese che risale alla fine dell’800 inizia, al teatro del Giullare di Salerno, il secondo appuntamento della rassegna OHMe. La voce è quella di Flavio Giurato, cantautore romano che si è esibito in modo appassionato e generoso, deliziandoci con una performance in cui non si è affatto risparmiato. Accompagnato dai suoi due giovanissimi allievi Federico Zanetti (al basso) e Daniele Ciucci Giuliani (al djembe), ci ha proposto l’ascolto dei suoi brani più celebri ma anche di quelli che più si allontanano nella nostra memoria. A distanza di otto anni da “Il manuale del cantautore” l’anno scorso è uscito “La scomparsa di Majorana”, un successo sia di pubblico che di critica, un disco dedicato alla ricerca degli armonici, all’assenza dei bpm, a chi la musica la ascolta con attenzione e anche all’indipendenza dalle major e quindi alla libertà artistica più pura. Dieci tracce per un lavoro “eseguito in accordo con le fasi lunari”, dalle atmosfere complesse, nato dal prezioso isolamento nel Val d’Arno, dove è stato registrato da Andrea Cozzolino con la produzione artistica di Piero Tievoli, e lavorato in fase di pre-produzione (per quattro lunghi anni) nella sede di Entry dello stesso Giurato. La possibilità di scomparire, volontariamente o meno, il cambio di identità e il programmato suicidio del talento hanno alimentato il fuoco creativo del disco, il tutto vissuto attraverso il personaggio di Ettore Majorana, fisico nucleare scomparso misteriosamente nel 1938, forse suicida o forse rinchiuso in un monastero (tesi, quest’ultima, sostenuta anche da Leonardo Sciascia nel libro “La scomparsa di Majorana”). Il live del 25 marzo è un viaggio che segue le tracce di una lunghissima carriera costellata di dischi splendidi, alcuni dei quali oggi introvabili, tutti diversi l’uno dall’altro e che ricoprono un arco temporale che va dal 1978 al 2015. Ascoltiamo “Mauro” tratta da Per futili motivi, il primo disco, ma anche “In caso di cura”, “La grande distribuzione” e “La scomparsa di Majorana” tratte dall’ultimo. “A centocelle”, “Silvia Baraldini”, “Il manuale del cantautore” dal disco del 2007, “Marcia nuziale” e “Il tuffatore” che risalgono al 1982, “Marco e Monica” da Marco Polo, disco del 1984, continuando così, anche con richieste dal pubblico, folto e attento, nel quale compaiono a sorpresa moglie, figlie e cagnolino. Flavio Giurato, come anticipazione del futuro, ci canta “Digos”, un pezzo che troveremo nel suo prossimo disco, ormai pronto per essere registrato, prima di lasciare spazio a un’avventura cinematografica in cui il cantautore non vede l’ora di lanciarsi: la direzione di un film western. Chissà se nel suo ideale “manuale del cantautore” aveva previsto tutto questo!
intervista a cura di Claudia D’Aliasi e Carmine Vitale
Ci vediamo il 13 aprile al Teatro Nuovo di Salerno con The Necks (unica data in Italia) e gli X(i)neon.
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