Il rapporto di gara è il documento che un arbitro di calcio stila alla fine di una partita e che riassume tutto ciò che di rilevante è accaduto, dal risultato della stessa a eventuali incidenti. Un’ottima metafora del “resoconto” che ognuno di noi fa a un determinato punto del proprio cammino. E’ il simbolo della presa di coscienza, della misurazione dei propri limiti ma anche delle proprie possibilità.
“Rapporto di gara” (Macrostudio 2015) è anche il primo disco di Giuseppe Pagliarulo, cantautore di Eboli (Salerno) che si è misurato con una prova difficile: passare da una dimensione intimista caratterizzata dalla compresenza di voce e chitarra ad una più rock e graffiante. Lo ha fatto mettendo in luce la sua verve, alzando il volume, distorcendo e amplificando, il tutto con il sostegno della sua band composta da Felice Calenda alla chitarra, Cristian Peduto alle tastiere e Nicola Bonelli alla batteria. Dal vivo al basso vediamo Maurizio Cuozzo mentre Christian Peduto si occupa dei suoni. L’album è stato registrato e mixato proprio da Cristian presso il Rumore Rosa Studio di Eboli e masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Mastering di Tredozio. La produzione è affidata a Felice Calenda che conosciamo bene nel ruolo di front man dei Grammophone. Un vero e proprio lavoro di squadra, e lo si percepisce dalla prima nota che abbiamo ascoltato lo scorso venerdì 20 marzo al Rifrullo, in occasione del release party. E il Rifrullo non è stato scelto casualmente per presentare il lavoro: è un locale che ha segnato positivamente la crescita musicale dei giovani ebolitani – combattendo contro mille difficoltà – e anche in questa occasione è stato un luogo fantastico di aggregazione: era pieno di gente, tutta con le orecchie puntate verso gli amplificatori. I brani eseguiti sono tutti tendenzialmente autobiografici: c’è “Andrea” (“dedicato ad una donna”, sottolinea Giuseppe), c’è “Qui per me” di cui conosciamo il video, “Orlando” (una storia di stalking), “Neve” la prima canzone che Giuseppe ha mai scritto. Non poteva mancare “Lei non mi chiama Pagliarulo” che sarà per sempre legata a un ricordo speciale poiché è il primo videoclip mai realizzato da noi. Ci teniamo ad aggiungere che è la prima volta che il nome Cometa Rossa appare nel libretto di un album, nella parte dedicata ai ringraziamenti. E noi siamo grati a Giuseppe per aver fatto questo salto, ad maiora!
C. D’Aliasi
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