Lo scorso giovedì 22 settembre il festival internazionale di musica etnica “Ethnos”, giunto alla ventunesima edizione, ha portato in Villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano (Napoli) la cantante maliana Fatoumata Diawara. In programma fino al 2 ottobre, la rassegna ha proposto 11 concerti in otto comuni napoletani con artisti provenienti da tutto il mondo, come Aziz Sahmaoui & University Of Gnawa, Kamilya Jubran & Werner Hasler, Mashrou’ Leila e Barcelona Gipsy Balkan Orchestra. Lo scopo è stato quello di accostare eventi musicali alla promozione del territorio.
Protagonista del documentario Mali Blues di Martin Scorsese, Fatoumata Diawara nasce come attrice teatrale per poi capire che la strada da seguire fosse quella del canto: con la sua voce avrebbe raccontato tutto ciò che le sembrava ingiusto nel mondo, dalla condizione delle donne africane fino alle guerre islamiche. Da autodidatta impara a suonare, diventa polistrumentista e mescola il blues e il pop alla antica tradizione “wassoulou”.
Dopo un lungo periodo a Parigi dedicato alle esibizioni nei caffè e nei club – contro la volontà della sua famiglia – Fatou torna in Africa per la realizzazione di due dischi (Seya, nominato ai grammy, e Fatou) e gira il mondo collaborando con Damon Albarn e Herbie Hancock, tra i tanti. In Italia spesso ha suonato nei centri di accoglienza o nelle mense per migranti, molti dei quali in fuga dal suo stesso difficile territorio di origine.
Articolo di C. D’Aliasi
Foto di Angelo Farese
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