Dalle luci del palcoscenico, dalla notorietà di Sanremo, al passaggio a una dimensione più intima, più umana. La composizione di canzoni e la scrittura di un libro hanno in comune proprio la riservatezza, il costruirsi un angolino di sana solitudine, la riflessione, il vivere un tempo che è il proprio e che non è dettato dalle esigenze discografiche o televisive. Forse sarebbe stato più semplice adattarsi al flusso degli eventi, cantare le canzoni scritte da altri, interpretare un ruolo, anche quando stava stretto, ma una donna dal carattere forte e travolgente come Nada Malanima non poteva lasciare agli altri il compito – difficile ma meraviglioso – di scrivere la PROPRIA storia.
E infatti di scrittura, di passioni, di indipendenza e anche di ricordi si è parlato al Godot Art Bistrot lo scorso 10 settembre in occasione della presentazione di “Leonida” (edito da Atlantide), quarto libro della scrittrice e cantante toscana. A introdurre e moderare c’è Chiara Coscia che ha messo in luce le caratteristiche del romanzo al cui centro c’è il difficile rapporto tra una figlia non voluta e una madre che non ha saputo essere madre. Leonida nel nome porta la passione della madre per i leoni e il rifiuto di una femminilità che la protagonista ha dovuto affermare con la lotta. Chiusa in un guscio di insensibilità, Leonida capirà che le ferite non possono rimarginarsi ma che il perdono è un percorso necessario, ed è ancora possibile.
Nada appena quindicenne esordisce a Sanremo nel 1969 con Ma che freddo fa, canzone che ormai fa parte della tradizione culturale italiana e che le ha conferito un successo internazionale. Nel ’70 è ancora a Sanremo con Pà diglielo a mà e poi con Il cuore è uno zingaro, nel ’71, vince il festival. La prima svolta è vicina: nel ’73 dal suo incontro con il grande Piero Ciampi nasce Ho scoperto che esisto anch’io. Oltre a Ciampi anche Paolo Conte scrive per lei, e così nasce il disco omonimo, Nada. Negli anni ’80 il pezzo Amore Disperato contenuto in Smalto balza in cima alle classifiche e le fa vincere numerose manifestazioni tra cui il Festivalbar del 1983. L’anno successivo è la volta del disco Noi non cresceremo mai, completamente elettronico e prodotto dai Goblin. Negli anni ’90 inizia a collaborare con gli Avion Travel e vince il premio Tenco con Anime nere nel 1992. Arriva un’altra importante svolta nella carriera di Nada: nel ’99 esce Dove sei sei, interamente scritto da lei, e partecipa a Sanremo con Guardami negli occhi in esso contenuto. Parteciperà nuovamente con Luna in piena, brano che dà il titolo al disco del 2007. Oltre a progetti teatrali e di musica non mainstream, negli anni 2000 si dedica alla scrittura di Tutto l’amore che mi manca, disco prodotto da John Parish e che vede la collaborazione con il cantautore siciliano Cesare Basile. Nel 2003, anno di uscita del disco, pubblica anche il suo primo romanzo: Le mie madri. Ad esso seguono nel 2008 Il mio cuore umano (autobiografico) da cui è nato un documentario e nel 2012 La grande casa, che le conferisce i premi Pavoncella e Scrittore Toscano 2013. Nel frattempo Nada non abbandona mai il suo percorso musicale che vede tour e collaborazioni con gli Zen Circus e con i Criminal Jokers, nonché la produzione del suo ultimo disco, Occupo Poco Spazio, nel 2014.
C. D’Aliasi
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