“La sua passione per la musica è pulita e concreta”. Ecco cosa pensa Marco Parente di Luca Di Maio, cantautore napoletano che ci ha deliziati alla nostra quarta Kitchen Session mercoledì scorso. Quando Luca aprì il concerto dei Betti Barsantini al Godot fu amore al primo ascolto, tanto che Parente gli ha poi prodotto artisticamente il primo disco solista, Letiana, che sarà presentato al Lanificio 159 di Roma, domani, 28 aprile (qui l’evento fb).
Lasciatosi alle spalle la decennale esperienza sotto lo pseudonimo di Insula Dulcamara (progetto mutevole che ha coinvolto anche parte degli Slivovitz) Luca Di Maio si è lanciato nella realizzazione di un disco dedicato agli ultimi, ai dimenticati, con il suo personale stile, “profondamente atipico”. Il dolore nel lasciare la propria terra in “Migrare”, la violenza sulle donne in “Normalità” (per cui ha realizzato anche il video), le morti bianche in “Impalcature”, e una preghiera corale che porta il nome di una donna sacrificata per stregoneria, “Letiana”, che in quanto title track diventa simbolo dell’intero disco. Ultima delle nove tracce è “Buna Notte Irene” che, partendo dallo standard folk americano “Goodnight Irene” diventa una canzone dedicata ai rifugiati politici. Un disco apertamente impegnato per tematiche ma allo stesso tempo intimo (ad esempio in “Canzone per il mio piccolo cuoro”), come se Luca fosse capace di vivere sulla propria pelle le emozioni di ogni singola storia raccontata, di interpretare sia le vittime che i carnefici. La sua è una grande prova, sia artistica che di sensibilità umana, che gli ha dato modo di costruire un intero universo, con tutte le sue sfaccettature e i suoi drammi.
A supportarlo le collaborazioni che hanno costellato i suoi brani, con Asso Stefana (che ha registrato e missato il tutto), Alessandro Fiori, Vincenzo Vasi, Paola Mirabella, Federico Camici e Francesco Bordo, che ha realizzato anche la copertina.
Trovo che “Letiana” sia la naturale evoluzione di “Così ragionano tutti i pesci”, lavoro che ho consumato di ascolti e che continuo a portare nel mio lettore mp3, con lo splendido brano “Ruggine”, che appare nel film animato “L’Arte della Felicità” di Alessandro Rak. Ma se fino a qualche anno fa il mio brano preferito era “Gli occhi e le mani”, oggi penso che possa essere degnamente sostituito da “Sabbia”, canzone molto diversa (la prima era un inno all’innamoramento, la seconda parla di scomparse) ma che proprio per questo indica la sua crescita. E forse anche la mia.
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